Non c’è niente da fare, la Toscana è un infinito forziere, stile Mary Poppins. Si dice che questa regione sia fin troppo amata dai turisti, ma la verità è che la Toscana insolita esiste e non tutto è stato preso d’assalto. Ogni provincia, ogni comune e ogni frazione nasconde tesori piccoli e grandi, che lasciano a bocca aperta non solo il turista americano ma anche gli stessi toscani. Ecco perché una vacanza in Toscana o una semplice fuga di un weekend è sempre un’idea assolutamente azzeccata.
Il Valdarno Superiore è una zona che fino a qualche settimana fa conoscevo poco, ma in realtà è un’area ricca di paesaggi affascinanti, piccoli borghi, ville eleganti e casali d’altri tempi. Se cerchi un posto non troppo turistico che sappia regalarti emozioni, gusto e piccole sorprese, questo è il luogo che fa per te. Essendo confinante con il Chianti, si presta molto bene anche come base per esplorare alcune aree più conosciute della Toscana.
Ecco la mia piccola guida per il Valdarno (e dintorni), per una vacanza romantica, in solitudine, in famiglia o con un gruppo di amici. Se volete un consiglio su dove dormire, leggete qui.
1) Figline Valdarno
Secondo una ricerca, Figline Valdarno è al 22º posto nella classifica dei 100 comuni dove si vive meglio in Italia e tra le città della Toscana è addirittura al secondo posto. Il centro storico, ancora protetto dalle mura trecentesche, merita decisamente una visita. Qui è possibile visitare la Collegiata di Santa Maria costruita tra il 1252 ed il 1257, Palazzo Pretorio, il Loggiato dell’Ospedale Serristori e la Chiesa di San Francesco. Sapete che anche Figline ha la sua torre pendente? È quella di Palazzo Pretorio, una massiccia costruzione trecentesca interamente in pietra, che ha un fianco poggiato su una torre preesistente, ed è visibilmente inclinata a causa di un cedimento del terreno argilloso.
2) Podere Casa al Bosco: formaggio fresco
Questo è uno di quei piccoli tesori che è davvero difficile individuare se non si conosce bene il territorio. È necessario che qualcuno del luogo sveli la sua esistenza. Io devo ringraziare Eric Veroliemeulen, grazie a lui ho scoperto questo posto e posso raccontarlo a voi. Dalla strada principale che passa dall’Ospedale Serristori di Figline e va a Gaville si “nasconde” la Casa al Bosco, un caseificio biologico che sembra appartenere ad un altro tempo. Qui le sorelle Ada e Sandra ogni giorno preparano il formaggio fresco che è possibile acquistare in loco. La caseificazione è parte integrante della storia di famiglia, già la nonna Maria Libera si occupava con amore di capre, pecore e formaggi. Ada e Sandra fino a pochi anni prima facevano tutt’altro nella vita, poi si sono trovate davanti ad una scelta: tenersi il proprio lavoro oppure proseguire la tradizione familiare? La scelta è stata presa dal cuore che le ha portate a intraprendere la strada più impegnativa, quella della sveglia alle 4, del lavoro 7 su 7 e dei guadagni ballerini. Loro lavorano solo il latte crudo e mungono le loro capre ogni giorno, in modo da lavorare con poco ma bene. Il punto vendita è sempre aperto ed è adiacente alla stalla e alle stanze dove avvengono caseificazione e stagionatura.
Dai loro sorrisi smaglianti e luminosi però non trapela nemmeno un cenno di fatica, come se lo sguardo delle capre, l’odore del latte appena munto, le carezze del vento sulla collina e la felicità della gente di città che arriva fino alla Casa al Bosco per acquistare un po’ di formaggio fresco, ripagasse tutti gli sforzi e le difficoltà del loro lavoro. Queste due donne meravigliose non vendono formaggi ma confezionano momenti di armonia. Vi consiglio davvero di andare a trovare Ada e Sandra, le trovate praticamente 7su7 (anche se una chiamata non guasta, ogni tanto si dedicano ad altro) e magari vedrete anche il gregge pascolare serenamente attorno al podere. Potete chiedere di assaggiare qualcosa e poi potete decidere di acquistare il prodotto che più vi conquista e io vi suggerisco i formaggi alle erbe, il giuncato della nonna e la ricotta fresca! www.poderecasaalbosco.it
3) Pieve di San Romolo in Gaville e Museo della Civiltà Contadina
Se volete continuare ad assaporare il gusto di un mondo ormai perduto e sconosciuto ai più, a circa 6 km da Figline, in direzione sud-ovest, c’è la pieve romanica di San Romolo a Gaville, che sorge sulle rovine di una chiesa più antica. La storia del luogo risale ai Romani, l’ambiente è molto suggestivo e rustico. Nell’antica fattoria adiacente alla pieve si trova il Museo della Civiltà Contadina, importante testimonianza della storia rurale del territorio. Il museo è organizzato seguendo due tematiche: il “lavoro” legato al ciclo produttivo della campagna e la “vita quotidiana” dei contadini. Nel museo è conservato un frantoio in pietra del 1729, corredato di tutti i macchinari e gli attrezzi necessari per la produzione dell’olio e una curiosa collezione di santini e di erbe medicinali.
Orario: dal 1 aprile al 30 giugno e dal 1 settembre al 30 ottobre il museo è aperto la domenica dalle 15 alle 18. Negli altri giorni è necessario prendere un appuntamento chiamando (0559501071) o scrivendo a info@museogaville.it
4) A casa di Sting: i prodotti del Palagio
La storia di questa magnifica villa risale alla fine del 1700 quando apparteneva alla Famiglia Martelli. Quando arrivarono qui l’ex componente dei Police e sua moglie, la proprietà non si presentava molto bene, anni di incuria avevano segnato profondamente la villa e i terreni circostanti, ma al cuore non si comanda, con la “Tenuta il Palagio” è stato un colpo di fulmine. Sting e Trudie hanno acquistato, restaurato e investito fin da subito nella tenuta, ad esempio introducendo già nel 2000 l’agricoltura biologica.
Ci ha accolti all’ingresso l’Estate Manager (ora si dice così) Paolo Rossi, ovvero il braccio destro di Sting. Il padre di Paolo era stato il fattóre della tenuta per tutta la sua vita, ma aveva deciso di andare in pensione proprio in occasione del passaggio di proprietà. Sting però sembra che abbia insistito, credeva che fosse necessaria una certa continuità e quindi chiese a Paolo e suo padre di rimanere a lavorare per lui almeno per un anno. Anche Paolo aveva altri piani, voleva prendersi un anno sabbatico per viaggiare però accettò di affiancare il padre per un anno, rimandando così il proprio progetto. Dopo 15 anni Paolo non è ancora partito, perché, sue parole “Sting e Trudie sono persone meravigliose”.
Da non molto tempo Il Palagio si è lanciato anche nell’ospitalità (di super lusso) e come location per eventi esclusivi. L’atmosfera, per come l’ho percepita io, è magnifica, molto informale e “umile”. Credevo che nella tenuta di una famosa pop star mi sarei sentita a disagio, ma la grande cucina rustica, il tavolo circondato dalle sedie personalizzate con “dad” e “mum”, la casetta dei bimbi sull’albero, le statue di buddha e la zona meditazione a bordo lago mi hanno fatto sentire subito a casa (e via ai sospiri sognanti…) e credo di aver capito come mai Paolo abbia deciso di rimandare l’anno sabbatico a data ignota.
La proprietà gestita da Paolo Rossi si estende per circa 350 ettari e comprende diversi casolari, foreste e alcuni bellissimi laghi. Affittare un casolare per una settimana o la villa per un evento è decisamente un privilegio di pochi eletti, ma il Palagio produce dell’ottimo olio extravergine di oliva, gustosi mieli e tre tipi di vino rosso che portano il nome di alcuni dei singoli più famosi di Sting (Message in a Bottle, When We Dance e Sister Moon) a prezzi decisamente accessibili che potete acquistare nel punto vendita nella tenuta (così da respirare un po’ di atmosfera “tusco-stinghiana”) oppure su internet. www.palagioproducts.com
5) Degustazione al Castello d’Albola (Radda in Chianti)
Adesso ci allontaniamo dal Valdarno per due deviazioni molto interessanti. Se siete appassionati di vino vi consiglio di programmare una visita al Castello d’Albola, nelle terre del Chianti Classico, dove abbiamo incontrato l’enologo Alessandro Gallo che ci ha mostrato la proprietà, le cantine e ospitato a pranzo con un tipico menù toscano utilizzando i prodotti del proprio orto. Il castello è di proprietà della famiglia Zonin dal 1979 e la fattoria oggi si estende per 900 ettari, di cui oltre 150 coltivati a vite, e conta quattromila olivi.
Prenotando è sempre possibile fare delle visite guidate alle cantine storiche seguite da una degustazione di vini e di olio. Da aprile a novembre invece le visite si svolgo tutti i giorni dalle 12 alle 17, anche senza prenotazione.
L’enoteca è aperta da marzo ad inizio novembre tutti i giorni dalle 10 alle 18.30, mentre da novembre a marzo è aperta dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 16, con possibilità di apertura nel fine settimana per gruppi su prenotazione. Per informazioni e prenotazioni scrivere a accoglienza@albola.it.
6) Il Cashmere del Chianti: l’eccellenza dove non te l’aspetti
Dici “Chianti” e pensi vino, poi ci aggiungi “Cashmere” e pensi di aver bevuto troppi bicchieri di rosso. Nel Chianti (e in Toscana) c’è il vino, le vigne, le colline, cibo semplice e gustoso, no? Se però si vuol parlare di cashmere anche il più sprovveduto degli interlocutori ti saprà dire che è molto pregiato (e costoso) e che proviene dall’Asia, forse i più audaci elencherebbero i principali paesi produttori: Iran, Mongolia, Tibet, e Afghanistan.
Se parliamo di quantità questo discorso fila perfettamente, se invece stiamo parlando di qualità allora vi devo svelare un segreto: uno dei cashmere più pregiati al mondo viene prodotto proprio nel Chianti da una donna forte, spiritosa e determinata: Nora Kravis. Nel 1972 ha lasciato New York per l’Italia, per molti anni si è dedicata alla sua prima passione, i cavalli, poi si è iscritta a Medicina Veterinaria a Pisa e durante una passeggiata a cavallo si è innamorata di un rudere e della vista che lo circondava. Ancora una volta una storia di un amore a prima vista. Mattone dopo mattone Nora ha costruito il suo futuro e la sua casa dei sogni. Nel 1988 sono arrivate le prime due capre che non molto tempo sono diventate il primo gregge di Capre da Cashmere in Europa. Ed oggi?
Dal progetto iniziale di insediare in Italia il primo allevamento di Capre da Cashmere e di selezionare questa specie in modo che si adattasse alle condizioni climatiche e vegetative del territorio, l’Azienda è diventata oggi una realtà strutturata: l’allevamento, oltre ad essere il più grande in Europa, è oggi l’unico centro di riproduzione e selezione genetica della Capra Cashmere italiana.
Non solo, questo Cashmere è addirittura sostenibile, il gregge vive al pascolo, viene portato a brucare su terreni in disuso, abbandonati, impraticabili oppure marginali. Infine vengono tenuti alla larga i predatori, ossia un branco di lupi, con metodi più o meno antichi ma che evitano di ricorrere a soluzione più drastiche e meno sostenibili. A protezione del prezioso gregge di circa 200-250 capre c’è un recinto elettrificato e un branco di 15 pastori abruzzesi, che a prima vista sembrano delle dolcissime nuvole di panna, ma sono guardie attente e devote al loro compito: difendere le capre cashmere.
È possibile visitare l’azienda ma non solo, potete anche:
- pernottare nell’agriturismo
- conoscere Nora e la sua affascinante storia,
- incontrare le capre dal ciuffo fashion (che ho scoperto essere una esclusiva dei maschi interi)
- accarezzare qualche pastore abruzzese dall’indole più dolce
- scoprire il fantastico mondo del cashmere
- acquistare un meraviglioso capo in loco (i prezzi si aggirano tra le 200 e le 250) o anche solo il filato
- portare i bambini a vedere questo mondo incantato
- noleggiare una capra o adottare un capretto
E molto di più, visitate il sito web di Nora www.chianticashmere.com e seguite la sua pagina per scoprire le ultime novità e iniziative.
Dove dormire nel Valdarno: Villa La Palagina
Prendi un’antica residenza estiva di una nobile famiglia fiorentina (i Ricasoli, ndr), aggiungi un olandese innamorato dell’Italia con l’arte dell’accoglienza che gli scorre nelle vene, agita con uno chef toscanaccio, spiritoso e appassionato, che ha lavorato negli USA, condisci il tutto con cipressi, piscine panoramiche, viste mozzafiato e ottieni un magnifico soggiorno alla Villa La Palagina.
Eric Veroliemeulen, direttore di questo resort, ci ha ospitato per due giorni e ci ha fatto scoprire il meglio del proprio territorio. Eric è una di quelle persone che dopo pochi minuti ti sembra di conoscerla da sempre, grazie alla sua capacità di mettere a suo agio tutti, di aver cura di te e delle tue esigenze, di stare in prima linea, di avere polso, di essere spiritoso e sorridente. Non sono molto esperta di direttori di albergo, ma a mio parere queste caratteristiche fanno di Eric un ottimo manager e quindi rendono la Palagina un luogo dove vi sentirete sicuramente bene, coccolati.
Però questa villa ha altri assi nella manica, come ad esempio lo Chef Federico Cardi. Federico è l’ultimo ad andarsene dalla cucina e il primo ad arrivare: come tanti bravi chef non ha scelto un mestiere ma ha scelto uno stile di vita. È scrupoloso, umile, curioso e creativo. La sua cucina unisce la cucina classica toscana, la tradizione mediterranea e un tocco di fantasia. Potete assaggiare i suoi piatti anche se non siete ospiti dell’albergo, perché il ristorante è aperto a tutti e se capitate qui vi consiglio di chiedere come dessert la sfera di cioccolato con mousse di cioccolato amaro e cioccolato bianco su letto di riduzione di more. Ok, lo confesso… Federico mi ha conquistato con questo dessert ai limiti della legalità! E a dirla tutta non è solo bravo a cucinare, ma è anche bravo a gestire una brigata di inesperti che decidono di occupare la sua, piccola, cucina. Eh sì, perché, come se non bastasse, Federico si occupa anche delle Cooking Class incentrate sulla tradizione toscana. Il corso si svolge nel ristorante della Palagina in classi di più partecipanti o, su richiesta, anche individuali.
La Palagina, oltre alle stanze nella villa padronale (chiedete delle stanze con vista sulla valle), offre degli appartamenti in tipico stile rustico toscano (fino a dieci posti letto) per chi vuol vivere una vacanza in Toscana con tutta la famiglia. In questo resort è possibile organizzare anche dei matrimoni, cerimonie e meeting e affidarsi a Eric per l’organizzazione di qualsiasi evento.