Fortunatamente il 2016 inizia con un lungo ponte per la festa della Befana, è sicuramente l’occasione giusta per scoprire le bellezze dell’Italia. Damiano è stato da poco in Umbria e ci può consigliare cosa vedere a Spoleto. Ecco il suo racconto:
Nil jucundius vidi valle mea spoletana
Con queste parole Francesco di Pietro Bernardone, cavaliere di Assisi, descrive la bellezza della valle dove sorge la città di Spoleto. Siamo agli inizi del tredicesimo secolo, Papa Innocenzo III ha appena indetto la Quarta Crociata, ed il Cavalier Francesco si trova a passare dalla valle spoletina per raggiungere la Puglia, e salpare da lì alla volta di Gerusalemme. Ma proprio nella zona dove oggi sorge la chiesa di San Sabino, il Cavalier Francesco ha un profondo ravvedimento spirituale, che lo porterà di lì in avanti a dedicare la propria vita ai più bisognosi, incarnando i valori di povertà e rispetto per la natura: il Cavalier Francesco, a Spoleto, diventa San Francesco.
Aldilà di ogni considerazione storica, la vista che si ha dal belvedere e dal bosco di san francesco, la montagna che sorge imponente alle spalle della città, è sicuramente al primo posto nella lista di cosa vedere a Spoleto ed è un panorama di quelli che solo l’Umbria sa regalare, dove il verde dei prati e dei boschi riesce ancora ad essere il colore dominante.
Il belvedere del Monteluco si raggiunge percorrendo uno dei molti sentieri che attraversano il bosco di san francesco, un luogo rilassante, mistico, dove gli ultimi raggi di sole di una fredda giornata di dicembre riescono comunque a scaldarti l’anima, e dove è tradizione abbracciare gli alberi per ritrovare una sorta di equilibrio con la natura.
Cosa vedere a Spoleto: Spoleto Romana
Già gli antichi romani avevano compreso la bellezza del Bosco del Monteluco e l’importanza di preservarne l’integrità. In mezzo agli alberi si trova infatti la lapide dove è incisa la “Lex Spoletina”, risalente al terzo secolo a.C., che stabilisce pene severissime per chi avesse profanato il luogo:
“Questo bosco sacro nessuno profani, né alcuno asporti su carro o a braccia ciò che al bosco sacro appartenga, né lo tagli, se non nel giorno in cui sarà fatto il sacrificio annuo […]. Se qualcuno lo profanerà, faccia espiazione offrendo un bue a Giove ed inoltre paghi 300 assi di multa. […]”
Scendendo in città, più precisamente dietro al Monastero di Sant’Agata, che oggi ospita il Museo archeologico nazionale, troviamo il Teatro romano, scoperto dall’archeologo spoletino Giovanni Sordini nel 1891, ma riportato alla luce dagli scavi effettuati solo a metà degli anni ’30 e ’50. Sordini fu scopritore anche della Casa romana del I secolo d.C., situata proprio al di sotto del palazzo comunale, di cui ne occupa le fondamenta.
La domus romana, in cui si possono apprezzare i pavimenti perfettamente conservati ed alcuni frammenti di affreschi sulle pareti, era di proprietà di Vespasia Polla, madre dell’imperatore Vespasiano.
Cosa vedere a Spoleto: Spoleto Longobarda
Gli spoletini vanno molto fieri del Ducato di Spoleto, che in epoca longobarda si estendeva fino alle odierne regioni di Abruzzo, Lazio, Marche ed Umbria, e che costituiva, assieme al Ducato di Benevento, la Langobardia Minor.
Il territorio spoletino ospita due dei sette siti seriali che nel 2011 sono entrati a far parte del patrimonio mondiale dell’umanità UNESCO, con il progetto “I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d.C.): il primo è la Basilica di San Salvatore, una delle testimonianze monumentali longobarde più importanti esistenti sul territorio italiano, impressionante per la sua spoglia imponenza; il secondo è il Tempietto sul Clitunno, situato a pochi chilometri di distanza da Spoleto, più precisamente a Pissignano, nel Comune di Campello.
Cosa vedere a Spoleto: il Duomo
La lunga scalinata che si apre sulla Piazza del Duomo sorprende improvvisamente dietro l’angolo, mentre si passeggia per le vie del centro storico. La facciata ed il campanile della Cattedrale di Santa Maria Assunta sono composti da stili architettonici diversi, a testimonianza degli interventi di rifacimento che nel tempo ne hanno cambiato la fisionomia, originariamente in stile romanico.
Sulla Piazza del Duomo si affaccia anche il teatro Caio Melisso, risalente alla metà del Seicento, che, dopo alcuni decenni di decadenza, fu ripristinato nel 1958 per volere di Gian Carlo Menotti, ideatore del Festival dei Due Mondi.
Cosa vedere a Spoleto: la Rocca Albornoziana
La Rocca Albornoziana, che domina la città di Spoleto dal colle Sant’Elia, prende il nome dal Cardinale spagnolo Egidio Albornoz, che ne presiedette i lavori di costruzione, avviati nel 1359, per conto di Papa Innocenzo VI.
A partire dal Cinquecento la fortezza cominciò a perdere gradualmente di importanza strategica, tanto che dal 1817 fino al 1982 fu adibita a carcere di massima sicurezza. Anni di restauro hanno riportato la Rocca Albornoziana all’antico splendore, riportando alla luce i vivaci colori degli affreschi situati sotto gli archi del cortile d’onore e nelle stanze interne. Dal 2007 ospita la sede del Museo Nazionale del Ducato di Spoleto.
La Rocca Albornoziana si raggiunge con un sistema di scale mobili di recente costruzione, parte di un ambizioso progetto di mobilità alternativa, che comprende anche dei percorsi sotterranei su tapis roulant che collegano i principali parcheggi periferici ai più importanti punti di interesse della cittadina umbra. L’opera è davvero impressionante, tanto che per alcuni momenti si ha la sensazione di percorrere i tunnel delle metropolitane delle grandi città europee, ma senza il via vai di migliaia di persone.
Cosa vedere a Spoleto: il Ponte delle Torri
Scendendo dalla Rocca Albornoziana verso le sponde del Tessino, si incontra uno dei monumenti più famosi e simbolici di Spoleto: il Ponte delle Torri, antico acquedotto probabilmente di origine romana. Attraversando il ponte, alto circa 80 metri e lungo 230, si arriva al Fortilizio dei Mulini, punto di partenza del Giro dei Condotti, un sentiero panoramico di circa 3 km che si snoda sul versante ovest del Monteluco, e dal quale si possono ammirare scorci meravigliosi della città.
Cosa vedere a Spoleto: l’arte, un legame indissolubile
Sono molti gli uomini di cultura e di arte che sono legati a Spoleto: Goethe, durante il suo viaggio in Italia, rimase affascinato dalla maestosità del Ponte delle Torri; Giosuè Carducci scrisse “Alle Fonti del Clitunno” ispirato proprio dalla vicina sorgente del Fiume Clitunno; mentre per lo scrittore tedesco Herman Hesse Spoleto fu “la scoperta più bella fatta in Italia”. D’altronde Spoleto è la città del Festival dei due Mondi, la manifestazione internazionale che ogni anno dal 1958 accoglie migliaia di appassionati di musica, arte, cultura e spettacolo.
Palazzo Collicola è il punto di riferimento per l’arte contemporanea: il museo ospita una eccezionale collezione di quadri, sculture ed installazioni di artisti come Alexander Calder, Thomas Lange, Fabrizio Campanella, anche se i pezzi forti dell’esposizione sono (IMHO) le sculture di Leoncillo Leonardi, originario di Spoleto, e le opere di Sol Lewitt, artista statunitense ma spoletino d’adozione. Al Museo Arti Visive di Palazzo Collicola vengono organizzati anche incontri e visite guidate a tema, come “mezz’ora dopo la chiusura”, che si concludono poi con aperitivo o degustazione di prodotti tipici, un’ottima maniera di accostare arti visive e gastronomiche.
E che l’arte e la cultura formino un legame indissolubile con la città lo si capisce da subito, addirittura dall’arrivo in albergo: l’Albornoz Palace Hotel è infatti più di una semplice struttura ricettiva, è una sorta di museo i cui i corridoi, le camere, e perfino la piscina esterna ospitano opere di arte contemporanea.
E forse non avrà scolpito sculture o dipinti da museo, ma senza dubbio il Commendator Felicino Bartoli è a modo suo un artista: Felicino vive a Patrico sul Monteluco, una frazione di Spoleto a 1340 m s.l.m. che conta una manciata di case in tutto, dove si vive principalmente di allevamento ed agricoltura. Felicino, spinto da un lato dallo spirito di innovazione e dall’altro dal desiderio di preservare tradizioni e costumi contadini, “inventa” nel 1988 l’Agriturismo Bartoli, il primo di tutta l’Umbria.
Non avrà scolpito sculture o dipinto quadri da esser messi in un museo, ma quando ci sediamo tutti assieme intorno alla tavola imbandita di vino, formaggi e salumi autoprodotti, Felicino ci delizia con una massima di saggezza popolare umbra:
Dio c’ha fatte du mane, una pe u bicchiere e una pe u bocale.
Se cercate ulteriore ispirazioni di viaggio e consigli su cosa vedere a Spoleto e dintorni, seguite gli hashtag #SpoletoLovers e #SpoletoExperience!
Post e foto di Damiano Paganelli.
4 Comments
wow un po mi ricorda la mia vacanza nel hotel a tirolo http://www.jesacherhof.at/it/
ottimo post e molto belle anche le foto! complimenti….
Bravo Damiano.
Da professionista, suggerisco a tutti di ottimizzare tempi, modi e godimento dei contenuti storici e culturali di ogni luogo o regione, con la consulenza telefonica o passo dopo passo di una guida locale come me.
Complimenti, un report davvero particolareggiato e che invita ad una gita in quel di Spoleto al più presto!