La Fondazione Palazzo Blu, in collaborazione con Gamm Giunti, dal 12 ottobre 2013 al 2 febbraio 2014 ospiterà l’attesissima mostra “Andy Warhol: una storia americana”, un’esposizione di oltre centocinquanta opere, tra cui 20 fotografie Polaroid.
Info
“Andy Warhol: una storia americana”, dal 12 ottobre 2013 al 2 febbraio 2014 a Palazzo Blu Pisa.
Lungarno Gambacorti 9, 56125. Tel. +39 050 220 46 50 | info@palazzoblu.it
ORARI (la biglietteria chiude un’ora prima):
- Lunedì – venerdì 10.00 – 19.00
- Sabato – domenica 10.00 – 20.00
Laboratori didattici : 050 220.46.50 – info@palazzoblu.it
Prenotazioni e visite guidate: numero verde gratuito 800.144.385 o da telefono cellulare 050 891.349
Per informazioni e prevendite online (così evitate di stare in fila alla biglietteria): Mida Ticket 050 31.98.830 – diritti di prevendita € 1,50
Per ulteriori informazioni e per maggiori dettagli consultate il sito web della mostra.
Tariffa intera: | € 10,00 (inclusa audioguida) | |
Tariffa ridotta: | € 8,50 (inclusa audioguida – visitatori oltre i 65 anni e studenti universitari fino a 25 anni) | |
Tariffa ridotta convenzionata: | € 8,00 (inclusa audioguida) | |
Tariffa fidelity card: | € 8,00 (inclusa audioguida – Fidelity card amicoBLUfriends) | |
Tariffa gruppi: | € 7,00 (escluso radio cuffie min 10 max 25 persone con un ingresso omaggio per capogruppo, prenotazione obbligatoria) | |
Tariffa scuole: | € 4,00 (con diritto di prenotazione e prevendita obbligatorie. Min 10 max 10 bambini. Bambini ammessi a partire dalla scuola dell’infanzia , 2 ingressi omaggio per gli insegnanti) | |
Omaggio: | giovani fino a 10 anni giovani fino a 10 anni accompagnati da familiari, un accompagnatore per ogni gruppo e due per ogni scolaresca, accompagnatori per disabili che presenti necessità, giornalisti iscritti all’albo, tesserati ICOM |
La mostra in anteprima
La maggior parte dei capolavori provengono dall’Andy Warhol Museum di Pittsburgh, anch’esso promotore dell’evento, molti altri da numerose collezioni americane ed europee di altre gallerie e musei ed infine ci saranno alcune opere provenienti da raccolte pubbliche e private italiane. L’esposizione a Palazzo Blu Pisa, curata da Walter Guadagnini e Claudia Beltramo Ceppi, delle 150 opere in grado di ripercorre il percorso creativo dell’artista che ha rivoluzionato l’arte del XX secolo. Dai primi anni della sua produzione newyorkese all’anno della morte, ha sempre sperimentato modi per fare interagire le immagini dei divi con la cronaca giornalistica e con gli oggetti comuni della società dei consumi.
Abbiamo avuto l’onore di visitare la mostra in anteprima assoluta, accompagnati e guidati dal curatore della mostra. La prima cosa che consiglio è considerare l’idea di prenotare una visita guidata, in particolare se non conoscete l’artista o se non siete convinti che possa interessarvi. Warhol racconta l’America (e preannuncia il nostro presente) mostrandoci un sistema in cui la violenza è parte integrante della società, è quasi legalizzata con la pena capitale. Da una parte mostra come osservare quotidianamente qualcosa, scene di morte, violenze e disastri, conduca all’insensibilità, dall’altra “con la reiterazione Andy ha voluto mostrarci che in realtà non c’è ripetizione, che tutto ciò che guardiamo è degno della nostra attenzione. Ed è stata, mi sembra, un’importante indicazione per comprendere tutto il XX secolo” (John Cage). Molte delle cose che facciamo e che vediamo quotidianamente sono state inventate da Warhol, ed è interessante capire da dove nasce la cultura dell’attualità. Si scopre come questo artista abbia saputo vedere oltre, raccontando l’America. La mostra è magnifica, organizzata sapientemente e la ricerca delle opere è stata scrupolosa, ad esempio la serie delle Marilyn proviene dalla stessa collezione per non tradire piccoli particolari di coerenza, che forse alla maggior parte dei visitatori passerebbe inosservata, ma sono sicura che gli specialisti del settore noteranno queste accuratezze. Il percorso è diviso in 8 sezioni e si divide su due piani. Nel prezzo del biglietto è inclusa una audioguida, ma secondo me è meglio visitare la mostra con una guida in carne ed ossa, in modo da farvi raccontare anche gli aneddoti più curiosi e poter fare delle domande, per approfondire gli aspetti che possono interessarvi di più.
#andygoestopisa
#AndyGoesToPisa è il photo challenge della mostra di Warhol a Pisa che vi premia ogni giorno con 22 biglietti omaggio: entrate nella gallery. Inoltre la mostra vuole risvegliare il creativo che si nasconde in tutti noi: reinterpretate le citazioni, le icone e lo stile Warhol e taggate le vostre foto con #AndyGoesToPisa! Il vostro contributo verrà commentato dai curatori della mostra ed entrerà a far parte dell’esposizione in occasione di un happening in pieno stile pop a Palazzo Blu Pisa.
Ecco infine le sale tematiche che scoprirete alla mostra, con qualche immagine in anteprima, ma non vogliamo svelarvi tutto: Andy vi aspetta a Pisa.
THAT’S ME: L’immagine ormai ‘mitica’ di Warhol accoglie il pubblico in una serie di Autoritratti che mostreranno l’immagine fisica dell’artista modificarsi nel tempo e nella celebrità.
POP ART E’ AMARE LE COSE: “Adoro l’America…le mie immagini rappresentano i prodotti brutalmente impersonali e gli oggetti chiassosamente materialistici che sono le fondamenta dell’America d’oggi. E’ una materializzazione di tutto ciò che si può comprare e vendere, dei simboli concreti ma effimeri che ci fanno vivere.” Warhol
THE DARK SIDE OF AMERICA: questa è sicuramente la sezione che mi ha colpito ed emozionato di più, solo questa sala vale l’intera visita. L’altro aspetto della società dei consumi: violenze e tragedie che vengono dimenticato un giorno dopo l’altro. “Mentre mi sparavano era come se stessi guardando la TV e questa sensazione perdura. I canali cambiano, ma è sempre televisione…Quando mi sono svegliato in quel posto sconosciuto – non sapevo di essere all’ospedale né che avevano sparato a Bobby Kennedy il giorno prima – ho sentito vociferare su migliaia di persone riu nite a pregare nella cattedrale di St. Patrick, poi ho sentito la parola ‘Kennedy’ e questo mi ha riportato al mondo della televisione e in quel momento ho realizzato che ero vivo, e che soffrivo.” Warhol
IL MITO DIVENTA ICONA: Ben presto, nell’opera di Warhol, la tematica della morte, viene a coincidere con la fascinazione della celebrità e della bellezza, sviluppando l’ironico sottinteso del tema della bellezza fatalmente condannata dalla società dei consumi.
LE STAR DELLA POLITICA: L’assassinio di Kennedy assume una dimensione simbolica anche attraverso la figura della first lady, Jacqueline. Warhol registra ancora una volta l’umore della società in cui vive, e trasforma Jackie in una nuova icona. In esposizione trovate anche la serie di Mao Tse Tung e altri politici americani, di cui coglie l’essenza. In questa sala ci sono opere “preziose”: le uniche due che realizzò utilizzando l’oro, una con polvere d’argento (tutte e tre le opere ritraggono Jacqueline) e una con polvere di diamanti, che ritrae Edward Kennedy.
ABSTRACT WARHOL: “Tutte le mie immagini sono la stessa cosa, ma sono anche molto diverse. Cambiano con la luce dei colori, col momento e con l’umore. La vita non è forse una serie di immagini che cambiano mentre si ripetono?”. Il ciclo delle “Shadows” compiuto nel 1978, portano alla luce un Warhol inedito, che si misura con la pittura astratta, spostando l’attenzione dall’icona ai procedimenti di creazione ed elaborazione della forma.
IL VESUVIO: “Per me l’eruzione è un’immagine sconvolgente, un avvenimento straordinario e anche un grande pezzo di scultura […] Il Vesuvio è molto più grande di un mito: è una cosa terribilmente reale”
THE (IMAGE) FACTORY: la fotografia permette a Warhol di documentare la sua vita sociale, i suoi incontri con i personaggi celebri e di studiare i soggetti per le sue opere o per i ritratti che gli vengono commissionati. Il suo archivio è vastissimo, dalle foto che lui stesso scattava con la polaroid (che tra l’altro ne ordinò una personalizzata) a quelle che di altri fotografi che utilizzava per le sue opere.
I carry my camera everywhere I go. Having a new film to develop gives me a good reason to wake up in the morning. Andy Warhol
4 Comments
[…] la sostanza corrisponde alla forma, ma generalmente queste esposizioni meritano una visita (Warhol, ad esempio, è stata spaziale!). Gli spazi non sono molto ampi, quindi vi consiglio di evitare le ore di punta, in particolare per […]
[…] la sostanza corrisponde alla forma, ma generalmente queste esposizioni meritano una visita (Warhol, ad esempio, è stata spaziale!). Gli spazi non sono molto ampi, quindi vi consiglio di evitare le ore di punta, in particolare per […]
Finalmente una mostra di Palazzo Blu ben strutturata! Peccato che, per quanto riguarda il challenge, il personale del museo forse non è molto informato: a me hanno detto che è vietato fare foto (tutte a me!)
[…] due eventi decisamente importanti che saranno presenti durante il week-end: il Lucca Comics e la mostra di Andy Warhol a Palazzo […]