La località più ricercata su Google nel 2014 è Gozo, la piccola isola di 67 km² situata nell’arcipelago delle Isole Calipsee, a sud della Sicilia, nel territorio della Repubblica di Malta. L’arcipelago deve il suo affascinante nome proprio alla ninfa Calipso. Nell’Odissea Omero racconta che era figlia di Atlante e viveva su un’isola del Mediterraneo chiamata Ogigia. Si narra che l’isola descritta nel poema corrisponda all’attuale Gozo, dove si trova anche la grotta di Calipso, sulla spiaggia rossa della Ramla Bay.
Non credevo che visitare Malta mi avrebbe lasciato un bagaglio di emozioni così vive. Questa meravigliosa isola custodisce panorami selvaggi e intensi, l’occhio è attratto dal magnetismo dei paesaggi ocra che abbracciano con vigore il cielo e il mare, creando un contrasto piacevole tra toni caldi e toni freddi. Riguardando le foto però ho sentito un impulso irrefrenabile: sottrarre allo sguardo l’elemento che più mi aveva colpito: il colore.
*clicca sulle foto per ingrandirle*Chissà perché capita spesso di cercare quello che non abbiamo, quello che non troviamo. Se c’è una cosa che non ho trovato a Malta è il bianco e nero a prima vista. Non credo di aver mai scattato pensando “questa foto farà il suo effetto in bianco e nero“.
Eppure, dopo aver lasciato sedimentare le emozioni che ho raccolto in questo viaggio, ho voluto osare, spingermi sul terreno mobile del bianco e del nero. Questo è il primo dei tanti paesaggi che mi hanno costretto a fermare l’auto poco dopo essere sbarcati sull’isola di Gozo.
La mandria di nuvole solcava il cielo, incitata da Eolo, rendendo il panorama estremamente mutevole. Giochi di luci e ombre, l’odore della terra e il profumo pungente degli arbusti, il rumore del vento e della vecchia station wagon scassata, tutto era intrecciato perfettamente.
Sulla costa nord di Gozo, appena passato Qbajjar a ovest della baia di Marsalforn, si incontrano le scacchiere di saline scavate nella roccia, affacciate sul mare. Queste serpente di saline è lungo circa 3 km e risale a ben 350 anni fa, definirle sceniche è quasi riduttivo.
D’inverno le saline di Gozo sono pressoché deserte, la strada che le costeggia è veramente poco trafficata, quindi ho avuto la possibilità di godere questo paesaggio mozzafiato con tutta la calma del mondo.
In questa Gozo in bianco e nero ho lasciato una nota cromatica, è stata la foto stessa ad implorarmi di risparmiare almeno lei, almeno quel particolare:
Non è possibile camminare tra queste saline antiche ma il richiamo del mare è forte ed è difficile “rimanere a guardare” da lontano.
Raggiungere le saline di Marsalforn è stato relativamente facile, ma non è stato altrettanto semplice decidere di ripartire per lasciarsi questo piccolo angolo di solitudine e delizia alle spalle. Il frangersi delle onde spezza il silenzio e riesce ad incatenare i tuoi pensieri:
Vedi le onde? S’infrangono su questa riva, ma chissà da dove vengono, da quali altri mari. Quando osservo il moto di queste onde mi sembra di essere avviluppata da qualcosa di immenso, e un po’ alla volta mi torna il coraggio.(Jirō Taniguchi)
La Finestra Azzurra, con la sua sommità piatta e l’arco di roccia che si tuffa nel mare di Dwejra, è l’icona per eccellenza di Gozo. Questo paesaggio è stato disegnato da madre natura millenni di anni fa, quando due grotte calcaree crollarono. Tutto, qui intorno, riesce a toglierti il fiato per l’emozione. La severità delle scogliere della baia di Dwejra ti impongono di ammirare, in religioso silenzio, questo spettacolo della natura che assume leggere sembianze divine.
I maltesi sono molto, troppo, religiosi. L’influenza della Chiesa è davvero eccessiva, basti pensare che perfino l’aborto è tuttora proibito per legge e che il divorzio è entrato in vigore solo nel 2011. Il paesaggio è quindi costellato da decine e decine di chiese, a volte visibili da lontanissimo, complice la poca urbanizzazione sull’isola di Gozo.
Su Gozo e Malta scriverò parecchio, ma posso anticiparvi (e forse l’avrete già capito) che 3 giorni in inverno sono bastati per conquistare il mio cuore e rimproverarmi di aver quasi creduto allo stereotipo di Malta come semplice isola estiva adatta ad adolescenti in crisi ormonale.
Gozo mi ha dolcemente ricordato che non è mai saggio fermarsi alle apparenze, nel bene e nel male.
2 Comments
Sono felice che le foto ti abbiano provocato delle belle emozioni, nonostante la provocazione del bianco e nero. Per me, anche senza colori, Gozo è stupenda e merita di essere vissuta non solo in estate!
Come al solito quanto scrive Kinzica mi provoca un effetto immediato: prendi la valigia e scappa.
In effetti sono stata a Malta una volta, come tappa di una crocierina sul Mediterraneo, quindi abbiamo avuto solo il tempo di girare a piedi per La Valletta, che non mi ha particolarmente incantato.
Ricordo l’arrivo in porto di prima mattina e la vista della schiera delle case di tutti colori, il mio ricordo più bello di Malta quindi è fortemente colorato.
Questo non mi ha impedito di subire il fascino delle immagini in bianco e nero di Gozo.
Grazie.