Torno a scrivere del nostro viaggio in India del nord per due motivi. Ci sono moltissime cose che vorrei condividere con voi, soprattutto consigli pratici e itinerari. Il blog è nato come diario di viaggio per raccontare giorno per giorno le nostre tappe, le nostre avventure e spesso le nostre disavventure. I post scritti durante il viaggio sono molto “immersivi” però sono poco pratici, perché i consigli concreti sono sparsi qua e là, tra il ricordo divertito di un casello “autostradale” con un numero spropositato di dipendenti e la frustrazione viva e pungente provata durante la visita al Fatherpur Sikri, dove non siamo riusciti a non farci fregare, nonostante tutto.
Il secondo motivo, che è poi quello che mi ha spinto a scrivere adesso, è che la mia amica Serena mi ha commissionato questo post. La richiesta è semplice, vorrebbe organizzare un tour dell’India del Nord e i miei consigli potrebbero tornarle utili, dico “potrebbero” perché il mio primo consiglio è stato quello di preferire altri viaggi (o altre zone dell’India), ma è ostinata e sembra proprio che non voglia ascoltarmi!
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L’India è strana e incredibile, proprio come enuncia lo slogan scelto dal Ministero del Turismo e nessuno meglio di me può capire l’urgenza di fare un viaggio in questo luogo millenario, popolato da leggende e antichissime tradizioni.
Se potessi tornare indietro eviterei di partire? No, assolutamente. È dalle medie che sognavo l’India e prima di iniziare l’università avevo promesso a me stessa che con un lungo viaggio post laurea avrei realizzato questo sogno.
Tornassi indietro, modificherei l’itinerario? magari dedicando più tempo all’India del sud? Forse.
Morale della favola? Al cuor non si comanda e il mio batteva per il primo amore, un mondo mistico e sensuale, fatto di trascendenza, meditazione e temibili Dei. Quando si è così accecati dal sentimento, non hanno nessuna influenza gli avvertimenti o le esperienze altrui e l’unica cosa da fare è andare e vedere con i propri occhi quel mondo assurdo che da sempre affascina o amareggia i viaggiatori. Come spesso accade, al grande amore è seguita una grande delusione, ma questa è un’altra storia e soprattutto è la mia. Il bello dell’India è che scatena esperienze molto personali e spesso anche i disillusi come me continuano ad amare-odiare questo pezzetto di pianeta.
Quando partire per un viaggio in India?
Per un viaggio in India si possono considerare tre stagioni: inverno, estate e stagione monsonica.
Generalmente si consiglia di partire nel periodo invernale (tra novembre e marzo) perché le temperature sono più moderate (ma considerate che si aggirano sempre intorno ai 30°, noi da novembre a gennaio siamo sempre stati in t-shirt), in particolare se pensate di andare alla scoperta del Nord-Ovest che è in buona parte zona desertica. I mesi estivi (da aprile a giugno) sono in assoluto i più caldi ed è il periodo adatto per visitare le pianure settentrionali e le zone ai piedi dell’Himalaya (e comunque tutte le zone di montagna), anche se in realtà per “inverno” s’intendono temperature intorno ai 15°. La stagione dei monsoni inizia a giugno nella parte sud occidentale e gradualmente attraversa tutto il paese.
Se state progettando un viaggio ad agosto, dedicato soprattutto alla scoperta del Rajasthan, vi dovreste preparare a un clima caldo-umido con temperature molte elevate, e piogge sporadiche di qualche ora, ma considerate che essendo per lo più una zona desertica non dovreste trovare acquazzoni tremendi.
Con quali mezzi spostarsi in India del Nord?
Questa è la domanda più semplice, perché in India del Nord potete tranquillamente abbandonare l’idea di noleggiare un’auto senza conducente. Io adoro i road trip indipendenti, ma solo il transfer tra l’aeroporto di Delhi e il nostro albergo è stato sufficiente per capire che è una impresa impossibile. Innanzitutto perché sono sicura che non padroneggiate pienamente la sottile e insidiosa arte del clacson, ma ci sono migliaia di altri motivi: l’incredibile varietà di essere viventi (e non) che possono intralciare la vostra strada, l’assenza di carreggiate vere e proprie (soprattutto fuori città), la creatività dei segnali stradali (se avete la fortuna di trovarli), la capacità degli indiani di fare, con i propri mezzi, evoluzioni ai limiti delle leggi fisiche universali, lo strano sistema delle “autostrade” (che comunque non sareste in grado di riconoscere)… devo continuare?
Ok, a questo punto la scelta è: auto con conducente o mezzi pubblici (treni e bus)? Se state pianificando di stare un mese al massimo, la domanda può essere tradotta in: volete visitare più di due/quattro città o no? Se avete solo due settimane, come Serena, la domanda è retorica e potete tranquillamente segnare sul vostro taccuino “noleggio con conducente”.
Come organizzare il viaggio India del Nord?
Per il nostro viaggio siamo partiti dall’Italia prenotando solo la prima notte a Delhi (all’Hotel Saar Inn), così da poter essere liberi di cambiare hotel nel caso in cui ci fossimo trovati male. Non avevamo nessuna intenzione di prenotare un’auto e men che meno un itinerario ben preciso, ma l’India all’inizio è così: chiedi dov’è l’ufficio per le informazioni turistiche per prendere una cartina gratuita di Delhi e ti trovi ad aver acquistato un itinerario di tre settimane con un conducente che diventerà il tuo nuovo migliore amico (almeno fino al momento della mancia).
Fare un viaggio totalmente indipendente è molto difficile e dovete avere molto tempo a disposizione, più che altro perché le agenzie locali non vi faranno noleggiare solo l’auto, solitamente trovano il modo di vendervi il pacchetto auto+hotel, con un itinerario di massima.
Prezzi? Credo siano davvero molto variabili, comunque noi per il viaggio India del Nord abbiamo speso circa 600 euro (in due) per 25 giorni di noleggio con conducente, tutti gli hotel e i biglietti del treno, transfer e una guida che ci hanno permesso di raggiungere e visitare le ultime due tappe. Non saprei dirvi in quale agenzia di Delhi ci siamo ritrovati, ma siamo ancora in contatto con Rahul Kumar, il nostro migliore ex-amico. Rahul è un ragazzo giovane che parla benissimo inglese, che tiene all’apparenza e alla sua macchina.
Non so come, ma la sua auto è sempre bianchissima e pulita, sia dentro che fuori. Non parla moltissimo ma nemmeno troppo poco e risponde volentieri alle domande che riguardano la cultura indiana, anche quelle più insidiose. Durante il viaggio aveva sempre qualche bottiglietta d’acqua o un succo per noi, che non ci faceva pagare. Durante il viaggio non ha mai chiesto mance (c’è chi le chiede tutti i giorni), ma alla fine del viaggio ci ha trattato con molta freddezza quando ha visto l’ammontare della mancia.
Il nostro viaggio in India del Nord è stato piuttosto intenso, è durato 25 giorni e vi assicuro che sono serviti tutti. Se avete a disposizione solo due settimane vi consigliamo di ridurre l’itinerario a quattro tappe, anche se sappiamo che è difficile scegliere. Considerate che spesso impiegherete un giorno intero per spostarvi da una città all’altra e ricordatevi che stime di Google Maps sono un’utopia.
- New Delhi (Territorio di Delhi): Prime ore a New Delhi – L’impero Mughal a New Delhi – I tesori di New Delhi
Tappa imprescindibile se atterrate qui, noi abbiamo dedicato circa due/tre giorni ed anche se la città è enorme a noi ci sono bastati. Il mio consiglio è di visitarla appena arrivati, perché secondo me è una città molto stancante quindi dopo due settimane di sballottamenti per chilometri e chilometri non so se riuscite a trovare la forza per affrontare la folle New Delhi.
- Pushkar (Rajasthan): Fiera del bestiame – Pushkar vista dai ghat
Viene spesso definita turistica, ma quasi tutte le città del nord lo sono (dato che è la parte più visitata dagli stranieri) a noi è piaciuta molto, ma l’abbiamo visitata durante un periodo particolare. Inoltre a Pushkar si trova l’unico tempio al mondo dedicato a Brahma, uno degli aspetti della Divinità induista principale, nonché la prima entità della Trimurti, la Trinità indù rappresentata anche da Vishnu e Shiva. Se capitate in zona a novembre vi consiglio di non perdervi la Fiera del Bestiame, ci sono gare di baffi all’alba (giuro), mongolfiere, tantissimi baba (i santoni), danzatori, improbabili artisti di strada e musica. Per un po’ di relax noi ci siamo rifugiati al Baba Rooftop Restaurant che offre la connessione wi-fi gratuita.
- Bikaner (Rajasthan): Karni Mata Temple (Tempio dei Topi, a 30 km da Bikaner) – Camel safari
Migliaia di topi vengono venerati e nutriti in modo abominevole perché considerati discendenti di una saggia della casta Cāraṇas, composta da individui considerati divini e venerati come tali. Nel tempio si deve entrare senza scarpe, ma calzini o buste ai piedi sono accettati. Ci sono circa 20,000 topi che scorrazzano felicemente anche se, fortunatamente, la maggior parte cerca di stare ai lati (non credo abbiano ben capito questa storia della venerazione). Poter mangiare il cibo delle offerte (e quindi già degustato da questi simpatici… ratti) è considerato un grandissimo onore. Non so, a me sembra una tappa fondamentale per rendersi conto che è impossibile capire questo popolo e inoltre è una esperienza che potete fare solo qui.
Per quanto riguarda il Camel Safari… è una esperienza che non rifarei, davvero molto turistica, standardizzata e piuttosto vuota (emotivamente). Teoricamente abbiamo passato una notte nel deserto del Thar, ma a parte che non c’era modo di verificare questa cosa, a me è sembrato di stare in “Corso Italia” (a Pisa si dice così per definire un luogo affollato dove c’è gente che fa avanti e indietro da un negozio all’altro, come in Corso Italia per l’appunto). L’unica cosa interessante in questa zona è che al Centro di ricerca dei Cammelli (unico in tutta l’India) è possibile bere il latte di cammello, che è sorprendentemente buono.
- Jaisalmer (Rajasthan)
Il suono di questa parola è meraviglioso, ma in realtà questa tappa non mi è rimasta molto impressa, io la salterei dovessi ridurre l’itinerario a due settimane. È un peccato perché il Fort Palace Museum è uno dei forti più interessanti e ben organizzati che abbiamo visitato.
- Jodhpur (Rajasthan)
Qui vi aspettano un bellissimo forte e tante case indaco, difficile rinunciare a questa tappa. Vi consiglio di leggere il post per capire se può essere una delle vostre must-do.
- Tempio Giainista a Ranakpur (Rajasthan)
Uno dei templi più belli che abbiamo visitato, immerso nella natura. Non è ancora super turistico e per raggiungerlo si attraversa una montagna rigogliosa e paesini assai diversi dalle pianure aride del Rajasthan.
- Udaipur (Rajasthan)
È una città vagamente romantica, dove sono stati ambientati diversi film. La vita della città ruota attorno al (bistrattato) lago Pichola e spesso questo luogo è stato definito la Venezia dell’India. Ricordo con affetto questa tappa, quindi non la escluderei a priori. Abbiamo dormito al Pichola Haveli, un hotel che ci è piaciuto molto, ma chiedete se potete avere una stanza con vista lago.
- Jaipur (capitale del Rajasthan) e Il tempio delle scimmie (10km ad est di Jaipur)
Jaipur è la città rosa che ospita il famoso Hawa Mahal, conosciuto come il “palazzo del vento”. Il suono di “Jaipur” mi fa impazzire, proprio come Jaisalmer, ma in realtà non la considero, a posteriori, una tappa imperdibile. L’unica cosa che vi chiediamo, se decidete di fermarvi qui, è di non salire al forte sulla schiena degli elefanti. Ne vedrete a decine obbligati ad affrontare la ripida salita al Amber fort, stuzzicati dietro alle orecchie con dei piccoli arpioni. Solo a ripensare alle ferite profonde e al sangue vivo, mi viene un nodo allo stomaco e uno al cuore. Non alimentate questa pratica barbarica, gli elefanti in natura non affrontano salite così ripide e il modo in cui vengono torturati parla da sé.
L’esperienza al tempio delle scimmie ci è piaciuta moltissimo. Il tempio sembrava quasi deserto ed eravamo gli unici turisti presenti, attorno a noi solo scimmie su scimmie che ovviamente hanno il controllo sul territorio. Se vi piacciono i macachi dovreste includere questo tempio nel vostro itinerario.
- Ranthambore e Tiger Safari (Rajasthan)
A posteriori vi posso dire che questo parco, e probabilmente il 99% dei parchi indiani che propongono un tiger safari, può essere saltato. Sarà che noi abbiamo avuto sfiga, ma qui ci hanno preso proprio in giro. Leggete la nostra disavventura e capirete perché vi sconsiglio questa tappa.
- Agra (Uttar Pradesh): Fatehpur Sikri – Taj Mahal
Il Taj Mahal non ha bisogno di presentazioni e nonostante tutto è una tappa obbligatoria. Il Fatehpur Sikri è meraviglioso… però è stato lo scenario di uno dei momenti più difficili del nostro viaggio nell’India del Nord.
Andare in India senza aver provato un viaggio in treno… è come non esserci mai stati. Le stazioni sono sudice, piene di topi, escrementi e persone. Noi abbiamo viaggiato in prima e in seconda classe, ma se dovete affrontare un lungo viaggio, come quello da Agra a Khajuraho o Varanasi, vi consiglio di viaggiare in prima. Il sistema di prenotazione dei biglietti è piuttosto incomprensibile, prenotare online è impossibile, in stazione è difficilissimo (noi non ci siamo riusciti) e forse vi conviene andare in agenzia per prenotare (stando attenti a non farvi raggirare).
- Khajuraho (Madhya Pradesh): Il tempio dell’amore – Panna National Park
Questa sosta ci è piaciuta molto e i templi di Khajuraho sono davvero affascinanti. Se la includerete nel vostro itinerario assicuratevi di NON dormire al Greenwood Hotel (ubicato a metà tra la stazione e Khajuraho, praticamente nel nulla) e di acquistare qualcosa al Agrawal Choice General Store.
Il proprietario di questo piccolo bazaar è uno dei pochissimi indiani del nord che non ha cercato di fregarci e questa strana esperienza ci ha spinto a subissarlo di domande. Ci ha spiegato che non vuole vedere cinque clienti al giorno da prendere in giro con prezzi esorbitanti, preferisce vederne cinquanta che acquistano al prezzo giusto, perché solo così essi torneranno di nuovo e gli permetteranno di crescere: «secondo me l’onestà paga sempre, anche se nel lungo periodo. Voi tornerete a casa e magari parlerete bene di me e se qualcuno che conoscete verrà qua si fiderà del vostro suggerimento e verrà a comprare nel mio bazaar». Noi volevamo abbraccialo, baciarlo e soprattutto clonarlo. Vi assicuro che ci siamo letteralmente commossi. Quindi se passate da Khajuraho dovete provargli che ha pienamente ragione: nel lungo periodo l’onestà paga sempre. E salutatelo con affetto da parte nostra.
- Varanasi (Uttar Pradesh)
Imprenscindibile. Davvero. Inizialmente pensavamo di saltarla perché è molto lontana ed è dalla parte opposta delle principali tappe nel Rajasthan, ma sono davvero felice che siamo riusciti a visitarla ed anzi, mi dispiace esserci rimasti solo un giorno e mezzo. Abbiamo scritto un solo (lunghissimo) post su Varanasi che vi consigliamo di leggere, ma in ogni caso vi segnaliamo la guest house della Kautilya Society (una no-profit italo-indiana) dove è possibile soggiornare ad un prezzo davvero conveniente semplicemente aderendo all’associazione con una sottoscrizione di 200 rupie. Sul tetto di questo edificio vi aspetta un’altra piccola sorpresa, il Filocafé! Nel post vi raccontiamo nel dettaglio questa magnifica esperienza.
Ecco la mappa del Viaggio India del Nord, spero possa essere utile a Serena e ad altri viaggiatori alle prese con la pianificazione di un viaggio in India:
11 Comments
ciao,
come potrei contatatre il vostro autista Rahul Kumar e chiedergli un preventivo?
Grazie
Ciao Viola,
so che ha un account Facebook, ma non so se lo usa: https://www.facebook.com/rahulkumarc/about?lst=769044836%3A100001454108691%3A1510857271
Non sono sicura che sia indipendente come driver, credo che faccia parte di una agenzia di viaggio locale, ma comunque se provi a contattarlo sicuramente lui ti può spiegare meglio! Buona avventura, Kinzica.
Ciao a tutti e grazie per l’iniziativa di questo blog !
Potrei partire nel Rajasthan nella seconda quindicina di aprile 2018 e vorrei conoscere l’opinione sull’esperienza del caldo in quel periodo da chi ci è stato.
Grazie !
Ciao Jo, non saprei dirti. Noi siamo stati a Dicembre dove la massima è 24° gradi e mi ricordo che faceva caldo… ad aprile la massima si attesta sui 37° quindi ho paura che possa essere MOLTO caldo!
Ciao a tutti!
Mi chiamo Dario, 29 anni, e sono nuovo del forum. Scrivo qui per raccogliere consigli, pareri e testimonianze da parte di chi ha visitato l’India da solo.
Ho intenzione di fare un viaggio solitario di un mese, periodo Aprile o, in alternativa, metà Marzo-metà Aprile. Vorrei esplorare l’India del Nord, toccare il Nepal e gli Stati Indiani Nord-Orientali. Avrei voluto visitare anche il Tibet ma ho letto che per il tempo limitato e per le condizioni socio-politiche adesso sia impossibile entrarci senza passare per la Cina.
Il viaggio ha un fine essenzialmente spirituale, culturale e d’avventura. Sono diversi anni che mi riproponevo di effettuarlo e adesso sento che è giunto il momento. Ho l’esigenza di stare da solo con me stesso in situazioni estreme, a contatto con la mia spiritualità, in un contesto che mi ha da sempre affascinato. Approfitterò per fare diverse escursioni fotografiche nelle riserve naturalistiche di cui ho letto, essendo io un grande appassionato della natura in generale.
Poiché sarà il mio primo viaggio-avventura, ho iniziato a leggere diverse testimonianze in giro per il web. Tuttavia, continuo a pormi diversi interrogativi di tipo organizzativo. Provo a elencarveli nella speranza di non risultare banale e ripetitivo:
mi consigliate di affidarmi ad una agenzia viaggi o far tutto da solo?
mi consigliate di dormire sempre in hotel confortevoli per star “tranquillo” e poter lasciare bagagli, soldi e attrezzature?
mi consigliate di prenotare a tavolino tutti i voli, treni, hotel ed escursioni già prima della partenza o di lasciarmi la possibilità di variare i miei piani? Magari potrei scegliere 3-4 tappe certe e nel mezzo decidere di fare escursioni non programmate prenotando lì?
pensate che sia meglio arrivare e partire dalla stessa città (Nuova Delhi) o scegliere un itinerario a circuito aperto?
per quanto riguarda vaccini, assicurazione sanitaria e visti come devo comportarmi? Volendo visitare anche il Nepal devo considerare di fare le stesse procedure anche lì? (so che domande simili hanno già estese risposte sul web, ma mi farebbe piacere conoscere il vostro parere)
conviene portare con se tutti i soldi in contanti o pagare tutto con carta di credito? In entrambi i casi, se fossi vittima di furto, perderei tutto. Quindi non so cosa sia meglio.
come dovrei organizzarmi coi bagagli? Intendo, dovrei portar con me valigia grande con ricambi per un mese intero, oppure dovrei partire con un mega zaino da escursione con pochi ricambi e cercare di lavare lì le mie cose? Considerando che porterò con me diverse attrezzature fotografiche e computer, temo che col solo zaino io non riesca a farcela. Magari avevo pensato di partire con una valigia grande da lasciare negli alberghi delle località che visiterò, e di organizzarmi per le uscire quotidiane/mini-escursioni con uno zaino da trekking. Conviene comprare indumenti a basso costo lì sul posto e poi sbarazzarsene? Sono fuori strada?
avete portato scorte di farmaci, disinfettanti e saponi anti-batterici dall’Italia o qualcosa lo avete comprato sul posto?
Probabilmente mi verranno in mente altre domande ma nel frattempo vi ringrazio in anticipo per la pazienza e per le vostre risposte.
Ciao kinzica,
Per prima cosa ti ringrazio per tutte le informazioni utili che hai fornito all’interno del blog. Io e il mio ragazzo partiremo ad agosto , e faremo Delhi jaipur gwalior agra khajuraho e varanasi , e ci siamo fatti mandare un po di preventivi da diverse agenzie per il servizio auto più conducente. Ma ho un dubbio a questo riguardo, a noi piace molto camminare e andare in bici, e nonostante avere il conducente sia una grande comodità, vorremmo capire se queste persone ti scarrozzano da parte a parte o se abbiamo la possibilità anche di muoverci un po autonomamente e se un giorno vogliamo affittare una bici per girare, siamo liberi di farlo .
Buona giornata,
Serena
Ciao Serena, scusami immensamente, non so perché era sparito questo commento! Io qui a casa mi sposto spesso in bici, ma nelle città indiane non mi verrebbe in mente di farlo, a meno che uno non si predisponga per tutto un tour in bici. Ci sono dei miei amici che lo farebbero sicuramente (viaggiano sempre in bici) ma a cose normali la vedo molto dura (inquinamento, polvere, animali, mezzi assurdi, buche megagalattiche). Khajuraho è più piccola e più nel verde, forse si adatta meglio, ma non saprei dirti se esistono dei noleggi di bici. Agosto però se non sbaglio è sempre la stagione dei monsoni, ecco in quel caso credo sia impossibile per noi spostarsi in bici, se non molto pericoloso). Noi ci siamo spostati da una città all’altra con l’autista ma solitamente nelle città ci siamo spostati autonomamente anche se a piedi abbiamo coperto solo alcuni quartieri. Fammi sapere come è andata!
Ciao Kinzica,
ho letto con molta attenzione il tuo post, Molto interessante e con tanti consigli utili. Io partirò con una mia amica fra 26 giorni (conto alla rovescia iniziato), ma il giro che faremo si concentrerà nel Hichmal Pradesh (Dharamsala, Shimla, Rishikesh, ecc.).
Abbiamo contattato il driver Rahul consigliato sul tuo blog.
Il prezzo che ci ha fornito sembra interessante (circa 31700 rupie per una settimana circa 1000km in due). Più o meno di quanto dovrà essere la mancia? Inoltre, dove dormirà? Dobbiamo prenotare/pagare l’hotel anche per lui o sarà del tutto autonomo?
Dice che è inclusa la tourist insurance, ma noi già partiamo con la nostra..pensi che dobbiamo chiedergli una decurtazione dal prezzo che ci ha fatto?
Altri consigli a riguardo?
Grazie mille,
bita
Ciao Bita!
Che bella notizia, la zona che andrete a visitare pare sia magnifica, noi avremmo voluto includerla nel nostro viaggio ma ce l’hanno sconsigliata per dicembre (per via del freddo). Se al ritorno ti fa piacere scrivere due righe sull’itinerario, la vostra esperienza e i vostri consigli saremo onorati di ospitare un tuo resoconto!
Per dormire gli autisti sono generalmente autonomi ma non siamo riusciti a capire bene come sono organizzati (abbiamo chiesto ma le risposte sono state evasive, pare che a volte gli hotel prevedano una specie di stanza/ostello per gli autisti -a prezzi chiaramente inferiori- e altre non sappiamo… a volte abbiamo avuto l’impressione che avesse dormito in auto).
Per l’assicurazione dovreste chiedere bene cosa include e i premi… insomma tutte le specifiche dell’assicurazione che intende lui. Nel dubbio io terrei tutte e due se il prezzo è fattibile.
Per la mancia non saprei cosa dire per il 2016, c’è chi considera 10 euro al giorno (quindi 5 a testa), chi 300 rupie in totale (4 euro) e sulla lonely forse c’è scritto 100 rupie. Io farei i conti con il vostro budget. Magari considerate almeno 400 rupie al giorno e poi magari aggiungere qualcosa a fine viaggio se vi rimangono un po’ di soldi e se siete contente del servizio.
La mancia comunque va consegnata alla fine del viaggio!
Per qualsiasi altra curiosità scrivici pure, altrimenti BUON VIAGGIO :)
Ciao, ho letto con attenzione e interesse il tuo racconto di viaggio, io sarò in India 2 settimane in febbraio e farò Rajasthan (senza Jaisalmer) e Varanasi, un bello sbattimento, praticamente 2 giorni in ogni posto quando va bene. Avremo il driver fino a Khajuraho (penultima tappa), poi a Varanasi da soli. Ci perderemo il trenino, peccato, ma avrebbe allungato i tempi e noi nn ne abbiamo abbastanza. Namastè, Alessandra
Namaste Alessandra! Sì, purtroppo in due settimane è necessario accorciare le tempistiche, comunque due giorni a tappa vanno bene in media, poi se trovi il posto che ti conquista ti sembrerà pochissimo (a noi ha fatto questo effetto Varanasi ad esempio). Non perderti la terrazza dell’associazione che abbiamo visitato a Varanasi, merita davvero! Mentre a Jaipur ricordati di NON salire in groppa agli elefanti, li maltrattano per convincerli a fare quella salita improbabile. A Khajuraho invece fai un salto al Agrawal Choice General Store anche solo per comprare due fazzoletti e fagli sapere che l’onesta paga e il passaparola in positivo funziona, proprio come sostiene lui (una vera rarità in India). Buon viaggio, quando torni raccontaci com’è andata!
Kinzica