Non stiamo più nella pelle, siamo al Galta, antico tempio dedicato al Dio Sole che si erge tra le colline a 10 chilometri ad est di Jaipur, famoso per ospitare un gran numero di macachi! Appena usciti dall’auto il nostro autista nota il toast che ci eravamo serbati dalla colazione, ovviamente da portare in dono alle nostre simpatiche amiche, ma ci fa notare che servirà a ben poco, così all’entrata acquistiamo un ulteriore sacchetto di noccioline.
L’entrata al tempio è gratuita, ma occorre pagare 50 rupie per ogni apparecchio fotografico che si intende utilizzare all’interno. Varcato l’ingresso ci imbattiamo nelle prime scimmie, sono differenti da quelle viste fino ad ora, queste sono i macachi rheus. Sono animali davvero amichevoli… quando hai del cibo da offrirgli, infatti tutte si avvicinano e prendono delicatamente le noccioline dalle nostre mani.
Il tempio è lungo circa due chilometri e mezzo, ed è ricavato in una gola, sulla cima della quale sgorga una sorgente. L’acqua che scende viene raccolta in tre vasche posizionate su una lunga salita, nella prima solo gli uomini possono fare il bagno, nella seconda solo le donne e nella terza solo le scimmie sacre. Si crede che questa acqua abbia poteri miracolosi, quello che è certo, è che l’area è una delle poche veramente lussureggianti in questa zona semi desertica. Dopo l’entrata si trovano due edifici, uno a destra ed uno a sinistra, presidiati da uomini che ricordano i venditori del mercato, cercano infatti di invogliarti ad entrare, essendo passate già due settimane, abbiamo imparato a diffidare da questo tipo di inviti che nascondono la richiesta di denaro.
Proseguendo veniamo richiamati da un operatrice del tempio, che ci invita a lasciare il cibo per le scimmie fuori dall’area edificata, in modo da non sporcare. Ci abbiamo messo qualche minuto per comprendere la richiesta, visto che la sporcizia vera (buste di plastica, lattine etc) era ovunque!
Giunti alla prima vasca lungo la salita, dove in realtà sia uomini che donne facevano il bagno, abbiamo iniziato a preoccuparci, le scimmie si facevano un po’ meno amichevoli e molto più interessate al goloso bottino che portavamo con noi, quindi ogni tanto lanciavo qualche nocciolina lontano in modo da distrarle e proseguire sereno.
Arrivati finalmente in cima, lungo le rocce, notiamo altre scimmie di una razza diversa, che stanno sornione sulle rocce, le abbiamo già incontrate durante il nostro viaggio e, anche se meno espressive dei macachi rheus, sono decisamente più simpatiche. Ma questi macachi grigi sembrano non essere interessati a ciò che abbiamo da offrirgli, o forse essendo numericamente inferiori, non si azzardano ad invadere il territorio delle loro cugine Rheus. Così mentre guardiamo lo splendido panorama, fotografiamo qualche scimmia edelargiamo qualche nocciolina, succede l’inaspettato! Uno di questi subdoli primati mi salta su una spalla tentando di strapparmi dalla mano il sacchetto di noccioline. Io che sono amico di tutti fino a quando ognuno sta nel suo spazio, con un abile gesto di spalla lo rispedisco violentemente a terra. Fortunatamente nessuno ha notato questo gesto, visto che loro sono sacre ed io solo un turista!
Ovviamente oltre al danno è arrivata subito anche la beffa. Kinzica mi rimprovera di non avergli dato il tempo di scattarci una fotografia… colpa mia che non mi sento a mio agio con un primate affamato, dotato di zanne di qualche centimetro, appollaiato sulla spalla all’altezza della giugolare.
Proseguendo il nostro giro abbiamo notato che sono anche molto golose di mentine, ma credo mangino ogni cosa gli venga offerta e, credetemi, i fedeli offrono veramente di tutto! In ogni caso le scimmie non sono l’unica fauna all’interno del tempio, anche se in numero maggiore, sono forse quelle gerarchicamente inferiori nella catena alimentare fatta di offerte. Vi sono infatti vacche, che indisturbate riescono a mangiare prima degli altri animali, cani, che mettendo paura alle scimmie riescono ad accaparrarsi qualcosina (ma devono farlo di nascosto dai fedeli), infine le scimmie che in ogni caso riescono anche loro ad avere qualcosa servendosi direttamente dalla mani degli avventori.
Inutile dire che finito il sacchetto dei doni, mi sono sentito più sollevato, nessuna scimmia infatti ci guardava più con l’occhio languido o interessato, così ci siamo goduti un po’ di più il panorama e la quotidianità di questo tempio, che pur non essendo un tripudio di alta architettura, ha un fascino molto particolare, dovuto proprio ai suoi buffi ospiti sacri.
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