Siamo soliti parlarvi di mete turistiche come città da visitare o luoghi poco conosciuti…questa volta però parleremo di una vacanza leggermente diversa.
Ormai sono 7 anni che l’Associazione Culturale Sardinian Reggae organizza a cavallo tra il mese di luglio e agosto, un festival di musica reggae con l’intento di creare un punto di riferimento per tutti gli appassionati della musica jamaicana. In questi sette anni tante cose sono cambiate, a partire dal luogo dell’evento (abbiamo già detto come prima di Cargeghe il festival è stato ospitato nei paesi di Banari, Nulvi e Platamona), ma lo spirito con cui si vivono i giorni di questa festa rimane sempre lo stesso.
Ciò che colpisce, infatti, è il senso di unione che si viene a creare tra tutti i partecipanti del festival: neanche il tempo di piazzare la tenda e già ti senti a casa…i tuoi vicini in campeggio ti offrono una birra, altri suonano una tromba e dal nulla ti ritrovi in mezzo ad una jam session mentre tu sei ancora a piazzare i picchetti.
Il Sardinia Reggae Festival ci ha totalmente conquistato.
Parliamo adesso della cosa più importante: la musica. In questa settima edizione del festival spiccavano tra gli artisti invitati a partecipare i tre jamaicani Prince Alla, Trinity e Sylford Walker (tutti e tre accompagnati dalla band italiana Arawak) , tre pietre miliari della musica Reggae che ci hanno deliziato con magnifici canzoni in un concerto che è andato avanti fino alle 4 e mezzo del mattino.
Oltre a questi Grandi della musica, abbiamo avuto l’opportunità di assistere alle esibizioni degli italiani Mellow Mood (che hanno aperto il concerto di Manu Chao a Marina di Pisa il 12 agosto e si sono esibiti al Rototom Sunsplash il 18 agosto) o della reggae band sarda per eccellenza: i Train to Roots. Ma ricordiamo anche con affetto il live della band jamaicana Dubtonic Kru o dei giovanissimi Misty Morning.
Dopo i concerti, sempre nell’area del Main Stage, iniziava la Dancehall che andava avanti fino alle sette del mattino….qui abbiamo goduto insieme agli Zion Train ft. Brother Culture durante la prima sera, e abbiamo ballato fino a non sentire più le gambe insieme a General Levy per poi salutarci ad un’altro anno nell’ultima serata insieme ai Dub Files di Paolo Baldini & friends.
Non contenti di ballare tutta la notte, ogni giorno, a mezzogiorno, in un casottino accanto all’ingresso del campeggio è stata allestita la Free Yard, dove i sound potevano mettere i loro dischi e ballare anche durante il pomeriggio… sotto il sole… sotto la pioggia… al Sardinia Reggae Festival non si sta mai fermi.
In questo piccolo paradiso pomeridiano si alternavano i sound locali come gli Isla Sound (accompagnati dalla splendida voce di Sista Namely) o i Filuferroots o ancora i Bangarang Sound, ma anche sound provenienti da oltre mare quali i francesi Original Rockers, Capra Dread dei 48 Roots o i The Toughtest Sound System.
Senza dimenticare che Cargeghe dista meno di 40km da Porto Torres, quindi chiunque voglia prendere la macchina per raggiungere il mare può farlo tranquillamente durante la giornata per poi tornare e godersi la serata senza alcun problema.
La decisione di scegliere paesi piccoli come Cargeghe per organizzare un festival come questo, nasce anche dalla volontà degli organizzatori di far conoscere le tradizioni e la cultura sarda a chi viene al festival da fuori. Passeggiando per le vie del paese è infatti possibile trovare tutti i prodotti tipici e i piatti tipici sardi a prezzi più che accettabili, noi abbiamo mangiato le fettine di cavallo o i panini col polpo e vi assicuriamo che vale la pena farsi una passeggiata e godere di queste specialità del posto!
Che altro dire, ringraziamo enormemente gli organizzatori di questo festival e gli auguriamo di crescere ancora come hanno fatto finora, stanno facendo un lavoro incredibile per quest’isola e per i suoi abitanti, aiutano le piccole realtà come Cargeghe organizzando un evento unico nel suo genere. Speriamo di potervi raccontare anche l’ottava edizione di questo festival internazionale.
We Love Sardinia!
Articolo di Alessandro Marazia
1 Comment
[…] Vi ho già parlato lo scorso anno di questo raduno di persone appassionate di musica jamaicana, che si danno appuntamento in un piccolo paese subito fuori da Sassari (ci si arriva dalla SS131, seconda uscita dopo Sassari in direzione Cagliari) abitato da 629 abitanti e che nei giorni a cavallo tra luglio e agosto si anima,si colora, e vibra al suono di musica Reggae, Roots & Dub. Il paese si sviluppa in altezza, e il forte dislivello che lo caratterizza ha costretto l’organizzazione a piazzare l’intera area del festival nella parte alta. Nonostante ciò, lungo la via che scende fino alla strada principale che si ricollega con Florinas e Muros è facile trovare bancarelle e punti di ristoro allestiti dagli abitanti del paese, oltre che dei bar e un alimentari aperto tutto il giorno. […]