Pushkar, un piccolo paese invaso dalla massa di credenti, turisti e baba.
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Se normalmente questo paese non ospita più di 15.000 persone alla volta, durante la fiera del bestiame si contano più di 200.000 presenze. A Pushkar siamo rimasti due notti pernottando all’hotel Pushkar Heritage, che si trova nella Panch Kund Road, una via che porta a un tempio isolato sulle colline, immerso nel verde. Il Pushkar Heritage è un po’ lontano dal centro e dal lago, ma almeno è tranquillo e silenzioso.
L’intero complesso è molto carino, le camere e il bagno sono grandi e arredati in modo semplice. Abbiamo apprezzato moltissimo le sedie in legno davanti all’ingresso delle stanze, sotto il porticato, grazie alle quali è possibile fare due chiacchiere godendo della visuale sul giardino e del paesaggio circostante. Dall’hotel ci vogliono, a piedi, almeno dieci minuti per raggiungere il centro nevralgico di Pushkar e la strada di notte è completamente buia: non ci è sembrata pericolosa, ma certamente può mettere in soggezione, soprattutto se si è da soli (ma una piccola torcia potrebbe smorzare il disagio).
Prima di arrivare nelle strade del centro (durante la fiera del bestiame l’accesso è vietato alle macchine, ma non alle moto) abbiamo superato uno dei ghat principali, il luogo dove si radunano diversi santoni, i cosiddetti baba, ovvero individui di qualsiasi estrazione sociale (davvero qualsiasi?) che decidono di votare la propria esistenza alla preghiera e alla meditazione. I baba seguono una dieta rigorosamente vegetariana e non possono assolutamente bere alcolici, ma quasi regolarmente fumano hashish. Ovviamente non lavorano e la loro sopravvivenza è garantita dalle offerte della gente comune che dona loro cibo, acqua e a volte soldi. Si riconoscono facilmente perché vestono di arancione e portano i segni visibili dell’induismo. Abbiamo notato che molti baba chiedono piuttosto insistentemente l’elemosina, ma Rahul (il nostro autista) ci ha detto che quelli che fanno accattonaggio e che cercano di vendere riti o di farsi pagare in cambio di una foto non sono veri baba. Possiamo quindi dedurre, dalla nostra piccola esperienza, che i veri baba sono oggigiorno davvero pochissimi.
Pochi passi più avanti eravamo già nel vivo della festa! Da pochi minuti era partito un piccolo corteo danzante e musicante che aveva attirato l’attenzione di turisti e persone locali. La musica, i colori e i sorrisi della folla riempiono i piccoli vicoli di Pushkar. L’atmosfera è gioiosa e coinvolgente, l’unica cosa che rovina questa festa è l’incessante rumore e lo smog prodotto dalle moto che prepotentemente cercano di farsi strada nella folla.
Che sia il periodo della la fiera del bestiame o qualsiasi altro giorno, a Pushkar troverete molte persone che vi “offriranno” dei tristissimi petali appassiti da donare al lago, come rito di buona sorte. Rahul, anche questa volta, ci aveva avvisato riguardo all’offerta di fiori, che ovviamente poi si tramuta in vendita. Chiaramente se qualcuno cerca di spacciarti per regalo una cosa che secondo i propri canoni può avere un valore è difficile cadere nel tranello, mentre in questo caso si potrebbe erroneamente pensare che gli stropicciati tre petali siano effettivamente gratuiti. Essendo stati avvertiti è stato semplice aggirare questo tranello. Abbiamo continuato a seguire la folla districandoci tra i vari “Hello Sir/Hello M’am” e ogni, tanto dopo il passaggio della banda e dei figuranti, si crea un attimo di vuoto e silenzio, colmato però dalla presenza di una placida mucca, che sembra davvero non preoccuparsi del caos cittadino, dello smog, dei clacson e dei pirati della strada.
Seguendo il percorso della banda fra le vie di Pushkar ci sono moltissimi ingressi al lago, ma tutti sono controllati da membri del servizio di sicurezza che si assicurano che nessuno entri fumando o facendo foto. Ci siamo affacciati brevemente e abbiamo deciso che il giorno dopo avremmo tentato ad entrare da lato opposto. Per le vie del centro ogni mercante cerca di attirare i turisti verso la propria merce seguendo una prassi ben consolidata: “Hello/Namaste”, “Where are you from?”, poche parole in italiano e poi passano all’insistente invito a guardare la propria merce. Difficilmente una conversazione di socializzazione rimane tale. È un peccato, ovviamente, perché dopo un po’ si rischia di diventare sordi ai saluti altrui e magari si perde la possibilità di conoscere più a fondo le persone del luogo.
Alla fiera del bestiame a Pushkar abbiamo visto molti più mendicati che in tutte le altre tappe del nostro viaggio in India, in particolare bambini piccoli. Al lato festoso quindi si mescola quello straziante della povertà più assoluta. Il percorso del centro sfocia nelle due grandi arene che ospitano la fiera vera e propria, una di queste è lo stadio dove un esercito di cammelli e cammellieri sono sempre pronti a farti fare un giro ed ad ogni passo corrisponde un “no, thank you”. Da lontano avevamo visto i teloni delle mongolfiere, ben stesi a terra, in procinto di essere riempiti d’aria, di cui uno di Greenpeace. Una fiammata dopo l’altra le mongolfiere hanno preso forma regalando uno spettacolo magico.
Le sorprese non finiscono qui! Accanto alle mongolfiere un gruppo di persone si era riunito per far prendere il volo a delle lanterne. Bambini e adulti, tutti incantati dalle luci che piano piano salgono in cielo.
A cena ci siamo fermati al ristorante Little Italy… non ne andiamo fieri, ma a nostra discolpa possiamo dire che: ce lo aveva consigliato Rahul (il nostro autista), era proprio sulla via del nostro hotel, aveva un bel giardino lontano dalla confusione e dopo due settimane avevamo bisogno di una pausa dal cibo indiano, così piccante e traboccante di salse. Siamo stati bene, il cibo non era affatto male e il posto era decisamente rasserenante. Inoltre, proprio qui, abbiamo finalmente visto dei gatti e il nostro stupore era dovuto al fatto che normalmente non se ne vedono in giro. Per le strade indiane vedi mucche, cani randagi, cammelli, scimmie, maiali, topi (tanti e di tutte le dimensioni) ma nessun gatto.
3 Comments
Davvero interessante! Ogni tappa regala delle emozioni uniche e le foto sono fantastiche!
Complimenti, state andando alla grande! :) E le foto son stupende!
Grazie Ciro! Siamo comunque già molto stanchi, quindi finito il giro del Rajasthan ce ne andiamo al sud, nel Kerala, soggiornando piú giorni nello stesso posto, cosí oltre a passare le vacanze di natale avremo piú tempo per pubblicare i post che sono rimasti indietro. (anche le recensioni su minube.it :) )