Lunedì 28 Novembre. Ieri abbiamo preso l’aereo da New Delhi per arrivare nel Kerala. Sull’aereo eravamo seduti vicino ad un’altra coppia di italiani: Manuela e Matteo. Erano qui in viaggio di nozze e dopo aver fatto un tour del Rajasthan assieme a un gruppo organizzato, ora si concedono una settimana di assoluto relax a Kovalam, in una università ayurvedica a due passi dal mare. Il volo è passato molto velocemente, grazie alla meravigliosa conversazione con Manuela e Matteo. Con loro abbiamo condiviso le nostre esperienze, le nostre impressioni sui luoghi visitati e sulle persone che avevamo incontrato. Abbiamo notato che alla fine nessuno si è sentito male finora, nemmeno noi ci eravamo concessi vari esperimenti culinari ed igienici; forse potevamo dirci salvi (e qui ce la siamo gufata). Infine ci hanno dato una notizia che temevamo di ricevere: proprio in questi giorni sul Kerala si sta abbattendo un piccolo monsone fuori stagione. Dopo esser venuti a conoscenza del blocco degli ingressi degli stranieri alle Laccadive (isole indiane da sogno, molto simili alle Maldive) ci mancava il monsone!
Il Kerala è uno degli stati più ricchi dell’India, nonché quello con il più alto tasso di alfabetizzazione e il minor tasso di corruzione dell’intero paese. La lingua ufficiale dello stato è il Malayalam. Il Kerala è stato il primo paese al mondo ad aver eletto un candidato comunista democraticamente, che divenne poi 1° primo ministro del Kerala nel 1956, dopo la riorganizzazione dei confini dello stato a seguito dell’indipendenza dell’India nel 1947. La politica del Kerala è contrassegnata dall’alternanza al Governo, ogni 5 anni, del CPI (Partito Comunista Marxista) e del Congress (il partito Socialista) e ovunque si vedono i simboli di una vita politica così attiva.
Questa località è considerata molto turistica, anche se secondo me non rientra tra le mete preferite del turismo italiano. il Kerala offre mare, palme, mangrovie, relax e ayurveda, più che tappe culturali e storiche, anche se certamente non ne mancano alcune. Ci sono diversi templi induisti, ma pare che l’accesso sia quasi sempre vietato ai turisti, e una discreta comunità cattolica, affiancata da molte altre minoranze religiose.
Abbiamo prenotato tre notti al Palmleaves Beach Resort a Puthenthope e l’idea era quella di rilassarsi e godersi il mare, magari anche dedicare una giornata a Trivandrum. Con questa notizia forse dovremmo rivedere i nostri programmi, ma nel frattempo aspettiamo di decollare e di vedere con i nostri occhi la situazione. Dal breve scalo aereo a Kochi (Cochin) non ci vuole molto ad arrivare a Trivandrum. Dal finestrino dell’aereo vediamo che per terra è bagnato, quindi non deve aver piovuto da molto. Scendiamo e l’umidità, nonostante siano le 23, è davvero opprimente, come non l’avevamo mai sentita in queste settimane. Abbiamo richiesto il servizio taxi dall’hotel e un ragazzo ci stava aspettando fuori dal piccolo aeroporto di Trivandrum. È domenica sera, sicuramente non abbiamo nemmeno sfiorato una strada principale della capitale, ma non abbiamo visto quasi nessuno per strada. Nel Nord abbiamo sempre incontrato persone per strada a qualsiasi ora e fa strano adesso vedere le strade deserte e le case buie. Abbiamo subito notato che l’asfalto qui è in ottimo stato e che i bordi delle strade sono decisamente più puliti di qualsiasi parte del Nord, dove l’unica zona che può esser definita pulita è il deserto del Thar. In poco meno di mezz’ora raggiungiamo il Palmleaves Beach Resort. Scendendo dall’auto sentiamo già il rumore del mare in tormento, un suono meraviglioso. La nostra stanza è veramente molto spaziosa e c’è una zona esterna con delle sdraio che sembra essere proprio sulla spiaggia.
Però è talmente buio che non riusciamo a vedere oltre i pochi centimetri del patio. Decidiamo di fare una doccia, che si rivela sfortunatamente ghiaccia, e andiamo immediatamente a dormire perché non vediamo l’ora di scoprire la vista dalla nostra camera. Dopo aver spento la luce inizia a soffiare un vento impetuoso ed a piovere a dirotto.
Alle cinque Alessandro mi sveglia, ha la fronte molto calda e da tre ore sente molto freddo (quando ovviamente faceva caldissimo), allora prendo il termometro che conferma la sua sensazione: ha la febbre! Decidiamo di non allarmarci e di aspettare l’indomani mattina. Ovviamente non cambia molto la sua situazione al nostro risveglio, quindi la giornata prevede di rimanere qui sperando che Alessandro si senta meglio. Ci alziamo per fare colazione e fortunatamente sul tavolo c’è della buonissima frutta fresca e un succo di ananas appena spremuto. Assaggio un dolce locale il Kozhukkatta, è fatto con il riso cotto al vapore, con dentro il cocco e lo zucchero di canna, il tutto avvolto da una foglia. È dolcissimo, ma molto buono.
Alessandro non riesce a stare in piedi e da seduto gli fanno male le gambe. Torniamo in camera e lo convinco a mettersi a letto cercando di dormire. Io invece prendo la macchina fotografica e mi incammino a piedi nudi nel tratto di foresta di palme che porta alla spiaggia. Ci sono dei pescatori proprio davanti a noi, li osservo da lontano, loro mi salutano, io ricambio e loro proseguono a districare la rete.
Adesso c’è il sole, è caldissimo e sulla spiaggia soffia una leggera brezza. La sabbia è fine, dorata e abitata da tanti piccoli granchi che scappano sotto la superficie, appena tento di avvicinarmi.
Finalmente metto i piedi nel mare, nell’oceano. È calda anche l’acqua, ma il mare è troppo mosso per azzardarsi a fare un bagno. La spiaggia è larga e deserta, eccetto per le barche ed i pescatori. Continuo un po’ a passeggiare, poi rientro sotto le palme per ripararmi dai cocenti raggi del sole. Alessandro non si è sentito meglio fino al penultimo giorno, quindi le giornate le abbiamo passate in totale relax sotto gli alberi di cocco, osservando lo scorrere lento della vita dei pescatori sulla spiaggia.
Non eravamo gli unici a seguire con attenzione il lavoro minuzioso dei pescatori! Tra i piccoli animali nella sabbia, quelli in cielo e le barche c’è sempre qualcosa da osservare su questa spiaggia, che pur sembrando deserta non lo è mai veramente.
A Puthenthope è possibile fare lunghe camminate e bagni in solitudine, mentre la zona di Kovalam, a sud di Trivandrum (o Thiruvananthapuram) è decisamente più famosa e turistica, offre molta più scelta sia per dormire che per mangiare e ci sono molte opzioni anche per chi vuole fare dei trattamenti ayurvedici. Mentre Varkala beach, più a nord, è un piccolo villaggio di pescatori (raggiungibile comodamente con il treno da Trivandrum) ed è lontano dal turismo di massa, esattamente come le spiagge davanti al Palmleaves Beach Resort. In questi paradisi l’unico svantaggio è la grande afa e l’opprimente umidità che c’è sia di giorno che di notte, ma se si passa il tempo nell’acqua, all’ombra degli alberi da cocco e sulla spiaggia (quasi sempre ventilata), ovviamente il problema si riduce moltissimo; mentre cercare di girare per la capitale può essere davvero impegnativo.
Il penultimo giorno abbiamo voluto provare a visitare Trivandrum, ma non siamo riusciti al meglio nel nostro intento. Dal Palmleaves Beach Resort è necessario prendere un tuk tuk che per 300 rupie impiega circa mezz’ora per raggiungere il centro città (sul ritorno invece è necessario contrattare un bel po’ sul prezzo). Durante il viaggio abbiamo avuto conferma dell’impressione ricevuta la prima sera: le strade sono decisamente più pulite e il traffico è affrontabile anche dai comuni mortali (anche nel caso si noleggi uno scooter o una moto). Attraversando i paesini le persone sono accoglienti e quasi tutti ti salutano sorridendo. Arrivati in città ovviamente la situazione traffico diventa decisamente più intensa, ma almeno sembra che le regole della strada vengano per lo più seguite e non ci sono animali a complicare il tutto. Ci facciamo lasciare vicino ai palazzi governativi e con piacevole sorpresa ci imbattiamo in un sit-in di protesta! Per la prima volta assistiamo a una manifestazione politica e non è strano che accada nello stato più istruito e ricco dell’India. I cartelloni parlano di giovani contro la corruzione, diritti dei meno abbienti e altre problematiche. Ci sono davvero tantissime persone: donne, uomini, giovani e vecchi.
Proseguiamo su Mahatma Gandhi Road per raggiungere l’ufficio turistico del Kerala, che si trova davanti l’ingresso dello zoo di Trivandrum. Non c’è voluto molto per trovarlo e per la prima volta siamo riusciti a finire nell’ufficio turistico governativo e non in qualche sedicente agenzia turistica. Qui il funzionario ci ha riempito di dépliant, mappe e informazioni e Alessandro, memore delle esperienze al Nord si aspettava, ad un certo un punto, un riferimento a una mancia, un compenso e invece, come nei migliori uffici turistici di tutto il mondo, non solo non ci ha chiesto niente, ma è anche uscito in strada per fermare un tuk tuk che ci portasse alla stazione ferroviaria (dove dovevamo prenotare i biglietti per il giorno successivo) chiedendogli di farlo al prezzo giusto! Incredible India, finalmente ci siamo sentiti veramente ben accolti e sereni! L’impiegato ci aveva detto che avremmo dovuto pagare 30-40 rupie, comunque non più di 40, e alla fine è uscito direttamente lui stesso e c’è stato uno scambio verbale con l’autista del tuk tuk che aveva fermato… secondo noi il signore dell’ufficio turistico gli ha detto che dovevamo andare alle stazione e di farci pagare 30 rupie, ma quello del tuk tuk gli deve aver detto che essendo turisti ci portava a 40 rupie, dopo poco a noi in inglese il signore dell’ufficio ci ha detto “Va bene se sono 40 rupie?”… figuriamoci! È la prima volta che ci avviciniamo così tanto al prezzo reale della corsa!!!
Arrivando in stazione ci mettiamo in fila, o almeno ci proviamo considerando che nessuno la rispetta e dopo diversi minuti, grondanti di sudore, spintonando, siamo riusciti a chiedere del nostro biglietto e la ragazza allo sportello, in modo brusco, ci dice che non possiamo prenotare. Ma come? tutti ci hanno sempre detto che si prenota o dal sito web (che non funziona mai) o dalla stazione… provo a richiedere se c’è un ufficio per le prenotazioni e la ragazza mi tratta peggio di prima dicendo di andare via. Decisamente demotivati decidiamo di riprendere un altro tuk tuk per tornare allo zoo, nella speranza di trovare un po’ di fresco fra gli alberi. Stavolta la corsa era magicamente lievitata a 100! Non ci siamo, quasi mi arrabbio e gli dico che non è possibile, che eravamo appena arrivati da là ed avevamo pagato 40 e che comunque sapevamo che la cifra giusta era 30! Dopo una estenuante contrattazione arriviamo ad ottenere 50 rupie e così accettiamo. Poco dopo la partenza Alessandro chiede all’autista se conosce un’agenzia per prenotare i biglietti del treno, e lui ci dice che non è possibile prenotare in agenzia, che però ha un amico in stazione che ci può aiutare. Lo chiama e ci fa sapere che il treno delle 6 ha ancora posti disponibili, ma nella classe inferiore, quella senza aria condizionata. Decidiamo di tornare indietro e fare i biglietti con questo amico dell’autista (fregatura in arrivo!). Arriviamo nel parcheggio e l’amico dell’autista ci porge il foglio da compilare con tutti i dati personali e di viaggio (dove stai alloggiando, dove devi andare, quanto tempo stai in India etc), poi prende i soldi e dopo un po’ torna con i biglietti (costati non più di 150 rupie a coppia). Il tutto è durato almeno una mezz’ora durante la quale stavamo cuocendo sotto il sole.
Alla fine dovevamo dare qualcosa al suo amico che aveva “rischiato” per farci il biglietto… 100 rupie? No, non bastavano: 200 rupie. Ci siamo rimessi in viaggio per raggiungere lo zoo e a fine corsa l’autista ci chiede una mancia per il servizio biglietteria. PURE? abbiamo finito per pagare anche lui 200 (di cui 50 erano per il taxi). In definitiva, da pagare un biglietto del treno per due persone circa 150 rupie (2,30 euro) per coprire la tratta Trivandrum-Alleppey (prossima tappa) abbiamo finito per pagarla, in totale, 500 rupie!!! Dagli errori si impara e vi possiamo dire in tutta sicurezza che non importa quello che vi dicono, OGNI stazione indiana ha un ufficio o uno sportello per la prenotazione dei biglietti del treno.
Nonostante il caldo-umido assassino abbiamo trovato la forza di visitare lo Zoo di Trivandrum che ha visto la collaborazione del WWF per l’implementazione e la concettualizzazione di questa area. Il prezzo d’ingresso a persona è solamente 10 rupie e si deve pagare una tassa di 25 rupie per ogni apparecchio fotografico.
Qui abbiamo visto il bellissimo Sileno o meglio detto in inglese “Lion-tailed Macaque”, moltissimi volatili, un rinoceronte, ippopotami e finalmente la tigre, ma ovviamente mi sono dimenticata di fotografarla!
Tutti gli animali sembrano tenuti bene, ma alla fine della visita eravamo decisamente distrutti e disidratati, il caldo-umido non ci ha dato tregua! Tornare verso il Palmleaves Beach Resort è stata una epopea, l’autista del tuk tuk non sapeva neanche dove si trovava la zona del resort e ci abbiamo messo quasi un’ora per tornare, ma almeno abbiamo fatto un giro nei dintorni di Trivandrum, visto che il giorno dopo saremmo partiti alla volta di Alleppey, per fare il giro nelle backwaters con le houseboat.
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11 Comments
[…] India del Sud: Kerala […]
Spettacoloooo mi sembra di essere lì…
Benissimo! Era proprio il nostro scopo ;)
Sono stata in Kerala e nelle backwaters, è di una bellezza incredibile…ma, come dici tu, una trattativa continua. NOi finivamo spesso per arrenderci, presi dalla stanchezza, dicendoci: ma si, per noi che sono due euro in più o in meno…ma capitava quando eravamo davvero sfiniti!
Ciao Debbie! Eh si, ovviamente tante volte per principio abbiamo “lottato” sul prezzo fino alla fine, ma altrettante invece non avevamo la forza di contraddirli! Poi in realtà nel Kerala la situazione è cento volte meglio del Nord… lì si che ti prendo per sfinimento!!!
……e poi mi è piaciuta l’espressione “caldo umido assassino”
Espressione tra l’altro per nulla figurata!!! Alla fine del giro nello Zoo stavamo per accasciarsi a terra sul serio!
…..ohhh finalmente avete visto la tigre anche se meno emozionante rispetto a quello che sarebbe dovuto essere nel safari,sempre tigre è!peccato per alessandro che non si è potuto godere appieno queste esperienze
Alla fine il penultimo giorno stava bene eh, però il primo è stato tutto il giorno a letto!
Bella cronaca, piena di dettagli e scorci di vita, bravi!
Grazie :)