Ci sono davvero tante cose che possiamo raccontare della zona nord dello stato di Goa, quindi abbiamo deciso di raggruppare tematicamente le nostre esperienze invece di scriverle in ordine cronologico. Sperando che questo favorisca la ricerca di informazioni pratiche da parte di coloro che sono intenzionati a soggiornare a Goa. Abbiamo iniziato parlandovi delle spiagge, ora vi consiglieremo quali luoghi d’interesse storico e culturale visitare.
Wednesday Flea Market
Questo è uno dei mercatini settimanali più famosi e importanti di Goa. Una volta era il ritrovo di numerosi hippie, ma oggi attrae tutti i tipi di turisti. Qui è necessario contrattare e girare un po’ prima di comprare. L’ideale è arrivare di prima mattina per fare un giro di ricognizione e poi godersi una giornata in spiaggia. Solo verso al tramonto vi conviene tornare al mercato per comprare: questo vi permetterà di contrattare molto più facilmente, ottenendo dei prezzi davvero convenienti.
A fine giornata le camicie e le magliette partono da 350 rupie, ma si scende velocemente a 200, così per alcuni oggetti in pietra e altri souvenir. Secondo noi è un buon posto per fare compere, dato l’enorme numero di banchi se un prezzo non vi convince basta passare a quello successivo. Sicuramente è uno dei posti più convenienti: una camicia comprata in spiaggia a 600 rupie qui l’abbiamo trovata a 300 (prezzo di partenza). L’unica cosa cosa estenuante è la continua richiesta da parte dei venditori di fermarsi a quello o a quell’altro banco, ma se siete in vena di shopping non ve ne pentirete!
Chapora Fort
Questo forte venne costruito nel 1617 dai portoghesi, sopra i resti di una struttura musulmana. Lo scopo era proteggere i territori di Bardez, ma nonostante la posizione e la sua fortificazione, venne ripetutamente conquistato da gruppi Indù. Nel 1717 venne ricostruito con l’aggiunta di passaggi sotterranei che collegavano il forte alla spiaggia e alla riva del fiume per facilitare i rifornimenti o per favorire le fughe dal forte. Nel 1739 però cadde nuovamente nelle mani dei Marathas e nel 1892 venne abbandonato definitivamente.
Le rovine di questo forte raccontano poco del suo passato, ma sembra quasi impossibile che fosse così semplice da conquistare. L’ingresso al forte è gratuito e autonomo, infatti è decisamente lasciato a se stesso. Basta arrivare all’albero al centro di Chapora e chiedere qual’è la strada per il forte, dopo pochi minuti ve lo troverete di fronte, in cima ad una collina. Una visita la merita sopratutto verso il tramonto: da qui si può godere di una magnifica vista a 360° sul mare, il fiume e il verde lussureggiante della provincia di Bardez. Raggiunto il forte è possibile fare delle passeggiate sul versante opposto fino a raggiungere gli scogli. All’interno sono rimasti intatti gli ingressi dei due passaggi sotterranei e una pietra tombale pre-portoghese, che svetta al centro delle rovine.
Old Goa
Questa città è stata la capitale dello stato di Goa prima dell’attuale Panaji. Venne conquistata dai portoghesi nel 1510 e per più di un secolo venne detta “Goa Dourada” perché cosmopolita, con palazzi, mercati, chiese e un porto fondamentale per i traffici marittimi internazionali, dal Golfo Persico allo stretto di Malacca. Con i portoghesi arrivarono presto i missionari, seguiti dai Gesuiti, che trasformarono la città portuale in uno dei centri religiosi più importanti del tempo. L’impero portoghese però cadde abbastanza in fretta, già alla fine del 1500, per una serie di concause Old Goa cadde presto nell’isolamento e in balia delle epidemie. Adesso è possibile ammirare le dorature e le straripanti decorazioni delle chiese coloniali barocche; le tre principali sono la Basilica del Buon Gesù, la Cattedrale di Santa Caterina, il Convento e la Chiesa di San Francesco d’Assisi. Goa antica è la località nella quale si conserva la quasi totalità degli edifici religiosi definiti Patrimonio dell’umanità dall’UNESCO con la dicitura “Chiese e conventi di Goa”. Noi siamo arrivati da Siolim a Old Goa con lo scooter ed abbiamo visitato la Basilica di San Gesù, uno dei più importanti punti di riferimento della comunità cristiana, venne eretta dai Gesuiti e al suo interno si trova un imponente mausoleo di San Francesco Saverio (Saint Francis Xavier), donato dal Duca di Toscana Cosimo III.
Da qui ci siamo spostati verso la candida Cattedrale di Santa Caterina, che è una delle chiese più grandi di tutta l’Asia. Questo luogo di culto rappresenta uno dei migliori esempi di architettura portoghese e il suo biancore non passa di certo inosservato! Oltre a questi siti Old Goa non offre molto, infatti per pranzare e passare il pomeriggio ci siamo spostati a Panjim, la moderna capitale di Goa.
Panaji
Questa città è la capitale del piccolo stato di Goa e il capoluogo della zona nord, spesso è ancora chiamata con il nome portoghese di Panjim. La città è costeggiata dal fiume Mandovi e si sviluppa su una zona collinare. È una capitale molto vivace: ci sono tantissimi locali, casinò e negozi, alcuni aperti fino a tarda notte. C’è anche un grande cinema dove è possibile vedere le ultime novità cinematografiche firmate “Bollywood”. La città è decisamente moderna, ma fortunatamente è rimasto intatto il quartiere portoghese che emana un fascino incredibile.
Chiesa dell’Immacolata Concezione
Questa è una delle chiese più imponenti della cattolicissima Goa. Anch’essa di un biancore accecante, si erge su una collina, quasi sorretta da una lunga scalinata, creando grande contrasto con le basse abitazioni che la circondano. Siamo rimasti ad osservarla per un po’, il cielo azzurro come sfondo rende questo scenario simile a un dipinto. Noi siamo stati a Goa nel periodo natalizio, quindi abbiamo visto molti presepi a decorare gli interni o gli esterni delle numerose chiese Goan. Stavolta però la rappresentazione della nascita di Gesù era decisamente protagonista della scena, con personaggi ad altezza naturale e un simpatico manichino vestito con pantaloni, camicia e cravatta… secondo voi chi o cosa rappresenta?! Qui vicino si trovano anche la moschea e un importante tempio induista.
Quartiere di Fontainhas
Questo quartiere si sviluppa sulla collina a est della città di Panaji e conserva intatti i palazzi, le stradine portoghesi e la piccola cappella di San Sebastiano, costruita nel 1818. A metà novembre si tiene una vivace fiera in occasione della festa per la Vergine Maria, ma questo quartiere è imperdibile durante tutto l’anno perché le sue case, i suoi balconi e le sue viuzze vi catapultano in un’atmosfera lontana dall’India caotica e dalla sessantottina Goa. Viene voglia di passare delle ore tra i suoi vicoli, cercando di immaginare come vi si viveva durante la dominazione portoghese. In generale non consigliamo di soggiornare a Panaji, ma se vi dovete o vi volete fermare nella capitale vi invitiamo a scegliere di pernottare in una delle graziose guesthouse che si trovano nel romanticissimo quartiere di Fontainhas!
Statua di Abbé Faria
Con questa chicca inusuale passiamo velocemente dal sacro al profano! Abbé Faria nacque il 30 maggio 1746 a Candolim, figlio di un monaco e una monaca, divenne una delle figure più enigmatiche di Goa. Questo personaggio aleggiava ai margini dei più grandi eventi del 18° secolo e riuscì ad entrare nelle grazie degli attori principali del tempo: dalla famiglia reale portoghese, a personaggi come Robespierre, Maria Antonietta e Napoleone. Questo misterioso personaggio si guadagnò la fiducia delle varie corti, pur riuscendo a rimanere un outsider sfuggente, immerso in un mondo di magia nera ed esoterismo. Viene considerato il “padre dell’ipnosi moderna” grazie alle sue indagini sul potere esercitato dalla suggestione sulle persone, in particolare sulle donne. Portava avanti lo studio scientifico sull’ipnotismo, sulla scia dal lavoro di Franz Anton Mesmer. A differenza di quest’ultimo, il quale sosteneva che l’ipnosi era mediata dal “magnetismo animale”, Faria aveva capito che funzionava esclusivamente attraverso il potere della suggestione. Nel 19° secolo fu proprio lui ad introdurre l’ipnosi orientale a Parigi. Con questa statua Goa rende omaggio a uno dei suoi pochi cittadini che divenne famoso in Europa e l’effetto creato dalla scena riprodotta riporta in vita l’aura di mistero che permeava la vita di Abbé Faria. Il momento migliore per visitare questa piazza è ovviamente l’ora del tramonto, quando la luce lascia spazio al buio e le ombre ed i contrasti esaltano l’inquietante silhouette delle mani di Faria, intente ad ipnotizzare una innocente fanciulla!
Sunburn Festival
Goa non è più quella degli anni ’60-’90… non ci sono trance party in ogni spiaggia e non è così semplice incontrare qualcuno che vi domanda se volete “some stuff”. Questo cambiamento è dovuto ad una duplice azione da parte del governo per limitare il degrado di questa zona: sono stati effettuati molti arresti per possesso e spaccio di droga ed è stato imposto un coprifuoco dalle 22 alle 6, fatto rispettare con fermezza dalle forze dell’ordine, che impedisce di tenere musica ad alto volume all’aperto. Questo non ha impedito alla vita notturna di proliferare: ci sono molti club privati a Calangute e Baga, vengono spesso organizzati i famosi “silent party” ed infine, ogni anno nel periodo tra natale e capodanno, si tiene un importante festival della musica elettronica, house e progressive: il Sunburn.
Pare che questo festival sia uno dei più grandi (nel suo genere) in Asia e sicuramente attira tantissimi giovani da tutta l’India, dalla Russia e dall’Europa. Il biglietto giornaliero è abbastanza costoso (3000 rupie); il festival dura tre giorni e generalmente si tiene a ridosso della spiaggia di Candolim. Se venite a Goa con l’intento di non perdervi il Sunburn, vi conviene trovare un posto per dormire nelle immediate vicinanze (quindi dovrete iniziare a cercare con largo anticipo, vista la popolarità di questo festival), perché il traffico nella zona vicina ai due ingressi dell’evento è davvero snervante! I pedoni vanno più veloci di auto e scooter e oltretutto potrebbe essere difficile trovare un piccolo spazio anche per posteggiare un due ruote (parcheggio che probabilmente pagherete ad un parcheggiatore abusivo). Finito il festival però il nostro suggerimento è di spostarvi più a Nord o più a Sud in modo da godervi a pieno lo scorrere lento della vita goan e le sue spiagge. Se siete qui con un gruppo di amici secondo me vale la pena di andare al Sunburn, anche se solitamente questo genere di musica non vi piace, perché è un modo di rivivere la goa del recente passato festaiolo. Per i più esigenti ci sono una diverse location ufficiali dove soggiornare, denominati “Afterburn”, ma preparatevi a sborsare migliaia di rupie!
Aguada Fort and Old Lighthouse
Una fortezza del XVII secolo che si affaccia sulla spiaggia di Sinquerim, sul Mar Arabico, venne costruita dai portoghesi nel 1612 per difendersi dagli olandesi e dai Marathas. È stato un punto di riferimento per le navi provenienti da tutta l’Europa, al quale era affidato il compito di riparo per le spedizioni e di difesa del territorio di Bardez. Nei sotterranei venne costruita una cisterna per l’acqua piovana, che serviva per l’approvvigionamento delle navi che attraccavano. Ecco perché il forte prese il nome di Aguada, che in portoghese significa “acquoso”. Qui si trova un faro portoghese di quattro piani che fu costruito nel 1864 ed è il più antico nel suo genere in tutta l’Asia. La fortezza era una delle più preziose e cruciali per i portoghesi, difatti un tempo era molto più estesa e avvolgeva tutta la penisola della punta sud-occidentale del territorio di Bardez. Quella che si può visitare oggi è la parte del forte adibita a serbatoio d’acqua, che è stata definitivamente abbandonata solo nel 1976. Alla fine degli anni sessanta, una parte della struttura venne adibita a prigione e tutt’ora molti dei suoi detenuti sono turisti occidentali, condannati per aver commesso reati legati agli stupefacenti.
L’ingresso al forte è gratuito, ma una visita l’avrebbe comunque meritata anche pagando. L’intero sito si è conservato egregiamente e la cisterna sotterranea è impressionante, pensate che può contenere fino a 9 milioni di litri d’acqua!
Lighthouse Aguada
È possibile visitare il moderno faro di Aguada, che si trova accanto al forte, ma è necessario pagare un biglietto d’ingresso di 25 rupie (circa 35 centesimi) e una sovrattassa per l’uso di ciascun apparecchio fotografico che si intende utilizzare, anche se le fotografie sono permesse però solo all’esterno del faro. L’orario di apertura e dalle 15 alle 17.30. Il nostro consiglio è di fare il giro della struttura dall’esterno passando alla sinistra dell’ingresso. Seguendo questo percorso arriverete a un punto in cui è possibile vedere tutto il territorio un tempo protetto dal forte, quasi a 360°. Qui la natura la fa ancora da padrona e sarebbe un peccato perdersi questo magnifico panorama.
Esplorare il territorio – Bardez
Il bello del territorio di Goa, del suo clima e del potersi muovere autonomamente con un due ruote è che si possono passare intere giornate semplicemente girovagando. A volte si è obbligati a passare così qualche mezz’ora perché ci sono davvero tante strade interne e la maggior parte di esse non riportano alcuna indicazione stradale, quindi o si ha un senso dell’orientamento sovra-umano oppure perdersi è davvero semplice. Questo girovagare permette di scoprire dei paesaggi magnifici e di sentirsi in profondo contatto con il territorio goan.
Nel prossimo post vi daremo qualche consiglio enogastronomico, stay tuned!
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7 Comments
[…] Cosa fare e cosa vedere a Goa […]
[…] delle spiagge che abbiamo provato e nel post successivo vi consiglieremo tutto il resto: “Cosa visitare” e “Dove mangiare e dove comprare“. Stay […]
[…] coloro che sognano Goa. Abbiamo iniziato con le spiagge, abbiamo proseguito suggerendovi alcuni luoghi d’interesse storico-culturale e concludiamo con i nostri consigli su dove andare a mangiare e dove andare a comprare nella Goa […]
Post decisamente ricco di suggestioni sulla portoghese Goa. Ma questo Abbè Faria sarà stato
parente dell’Abate Faria del Conte di Montecristo?
Chissà :)
bellooooooooooooo invidiaaaaaaaaa. Il mercato è sicuramente affascinante!
Si i mercati, gli odori, le persone e il via vai è sempre decisamente affascinante. Un po’ già ci manca la dolce vita goan!