Sono nata e cresciuta a Pisa, ma il destino mi ha portato a frequentare Firenze per lunghi periodi negli ultimi dieci anni. Non l’ho mai vissuta a pieno a dir la verità, sempre a pezzi e bocconi e mai così distrattamente come negli ultimi due anni. Da quando ho iniziato a fare la pendolare (per lavoro) mi sono sentita ancor più distante perché arrivo la mattina, vado in ufficio (che si trova in un quartiere per lo più residenziale in posizione defilata rispetto al centro) e la sera corro a prendere il treno. Sono lì ma è come se non ci fossi e l’unica cosa che davvero mi salva da questo senso di alienazione è l’edificio in cui lavoro, un elegante palazzo nobiliare con i soffitti affrescati.
Quando mi hanno invitato al GH Cavour per dormire due notti a Firenze, a pochi passi dal Duomo, e godermi la città con calma, ho fatto salti di gioia. Inoltre il Grand Hotel Cavour non è certo un posto qualunque. Questo edificio risale al Cinquecento, i Baldovini del Pannocchia costruirono questa residenza unificando più case e la abitarono fino al Seicento. Nei successivi passaggi di proprietà vennero apportate delle modifiche per modernizzare il palazzo, senza però cancellare definitivamente le tracce rinascimentali. L’edificio si trasformò in albergo nel 1865 quando Firenze divenne capitale del Regno d’Italia e già allora portava il nome di “Grand Hotel Cavour“. I suoi più assidui frequentatori erano parlamentari e ministri e il Presidente del Consiglio Bettino Ricasoli e il generale Cialdini hanno soggiornato proprio in queste stanze. Per la vicinanza ai teatri, negli anni successivi è diventato il punto di riferimento dei grandi attori in tournée e la casa fiorentina di Paola Borboni, Eduardo De Filippo e del regista Bertolucci. Da allora, il nome e grande fascino di questo hotel sono rimasti immutati.
La prima cosa che si apprezza è la posizione centrale: incastonato nel nucleo storico romano, si erge strategicamente tra il Bargello, il Palazzo Vecchio e la Piazza del Duomo. Dal Grand Hotel Cavour vi potete muovere a tranquillamente a piedi e la stazione dista solo 15 minuti. Io ho preferito spostarmi con la bici, perché mi fa sentire parte del posto che sto visitando, come fossi una persona del luogo, ma viste le distanze non ce ne era bisogno. Entrando al civico 3 di Via del Proconsolo si percepisce l’importanza storica del palazzo, grazie all’imponente salone che in precedenza era la corte interna della residenza tardo trecentesca, ancora decorata con massicci pilastri ottagonali arricchiti da capitelli a foglia d’acqua. Qui è possibile rilassarsi per leggere il giornale, magari prima di avventurarsi per Firenze.
I piani superiori sono piuttosto labirintici e ben curati, ricchi di piani ammezzati, tipici dei palazzi nobiliari.
Dopo un po’ sono riuscita a trovare la mia stanza: i toni caldi delle pareti mi hanno fatto sentire come a casa e la prima cosa a cui ho fatto caso è stato il silenzio assoluto… possibile che un hotel in pieno centro storico sia così tranquillo?
Avvicinandomi alla finestra ho scoperto l’arcano! Le camere sono dotate di doppia vetrata, gli infissi e le vetrate originali non sono stati rimossi, ma è stata aggiunta un’altra finestra che isola perfettamente dai clacson, auto, motorini, turisti e quant’altro che transitano per la trafficata via del Proconsolo.
Ogni stanza ha un particolare artistico o uno stile diverso, quindi potreste venire decine di volte senza soggiornare in due stanze uguali (anche perché hanno 101 camere). Qui ho dormito divinamente non solo per l’assenza di fastidiosi rumori dall’esterno, ma anche grazie al comodissimo letto. Non è facile trovare una sistemazione che possa soddisfare anche in questo aspetto, ma questa volta non sono rimasta delusa!
Tra i vanti di questo albergo ci sono anche una palestra aperta agli ospiti dalle 9 alle 21 (con tanto di soffitto affrescato) e la Mini Spa Eva dove (a pagamento) è possibile fare un bagno turco, concedersi un massaggio, dimenticarsi dei problemi sotto una doccia a cascata di acqua calda/fredda e distendersi nella suggestiva sala relax, gustando tè e tisane. I pezzi forti di questo locale storico d’Italia però non ve le ho ancora svelate! Le punte di diamante del Grand Hotel Cavour si trovano in luoghi “spazio-tempo” opposti. Al mattino rimarrete affascinati dal salone delle colazioni collocato al piano terra: è stato decorato e affrescato dal pioniere del Liberty Galileo Chini.
Al tramonto salirete in terrazza e rimarrete senza fiato. No, non preoccupatevi, ci sono gli ascensori e poi dovrete “affrontare” solo una piccola scala per raggiungere la Terrazza Michelangelo, ma a togliervi il fiato sarà il panorama che si gode da lassù. Le foto non rendono giustizia.
Avete presente quando luna dal vivo è grande e tridimensionale e invece nelle foto si trasforma in un minuscolo punto luminoso che potrebbe esser scambiato per la lampadina di un lampione? Ecco, il Duomo subirà la stessa sorte. In terrazza vi sembrerà quasi di toccarlo ed è surreale vederlo così vicino eppure intoccabile. Ma la cupola del Brunelleschi non è l’unica meraviglia che si ammira da lassù, vi aspettano anche la torre del Bargello, il Palazzo Vecchio, la Basilica di Santa Croce, Piazzale Michelangelo e perfino le colline di Fiesole nelle giornate più limpide. Oltre a riempirvi gli occhi di bellezza potrete sorseggiare un aperitivo e lasciarvi andare alla dolce brezza che soffia anche nelle più torride giornate estive.
Per godervi questo spettacolo non è necessario essere clienti dell’albergo perché la terrazza del Grand Hotel Cavour è aperta a tutti (dalle 17 alle 24 – da maggio ad ottobre) ed aderisce anche all’iniziativa “Firenze Terrazza con Vista” che apre al pubblico le terrazze panoramiche più belle di Firenze (Hashtag ufficiale #tcv2014). La prenotazione non è obbligatoria ma io ve la consiglio perché lo spazio è raccolto e i posti a sedere non sono tantissimi. Non ve lo nascondo, i prezzi sono alti, ma per una serata speciale ne vale davvero la pena.
Durante il mio soggiorno ho notato che gli ospiti dell’albergo erano per lo più stranieri, chissà se anche loro di sono emozionati scoprendo la valenza storica di questo palazzo. Chiudo con una piccola curiosità: qui sono state girate alcune scene de “Il Ciclone” di Leonardo Pieraccioni, quando Levante va a cercare Caterina e quando Carlina – interpretata da Tosca D’Aquino – al ristorante simula un episodio di passionalità improbabile.
1 Comment
viene voglia di venire a Firenze e provare di persona come stare al Cavour, va assolutamente messo in programma!