Capraia sa esattamente cosa vuole, non accetta compromessi e va saputa prendere.
È indubbiamente bella, ma di una bellezza così selvaggia e tagliente che solo i più audaci se ne innamorano. È un’isola difficile, in cui ci si sente graditi ospiti, mai padroni di casa. Questa è il regno della Natura incontaminata, quella con la n maiuscola. Anche i capraiesi, di origine o adozione, lo sanno e hanno un rispetto e una riverenza assoluta nei confronti dell’isola.
È lei che comanda e (quasi) nessuno cerca di trasformarla in qualcosa che non è. Forse non a caso Capraia è piena di donne. Donne forti, indipendenti e creative, in un modo o nell’altro.
Ho incontrato Nawal Menad, franco-italo-algerina che gestisce (insieme a tutta la famiglia, ci tiene a precisare) l’Hotel Il Saracino, una magnifica struttura nel cuore di Capraia Isola. Grazie a lei, e al suo sguardo amazzone, questo hotel si è trasformato, o meglio, è risorto dalle proprie ceneri. Negli anni ’80 Il Saracino era un hotel di lusso molto famoso, ma lo stile che ne aveva fatto la fortuna non rispondeva più alle esigenze dei viaggiatori moderni, così lei e la sua famiglia hanno deciso di rivoluzionare tutti gli ambienti, donando freschezza, colore e un tocco contemporaneo agli ambienti e all’edificio. Hanno rinunciato ad alcune camere per ampliare i bagni, che ora sono tutti dotati di una piatto doccia di lusso. Nemmeno i cuscini e i materassi sono stati lasciati al caso, sono in Memory Foam, perché qui la qualità del sonno conta davvero.
Lei e sua suocera sono riuscite a sfatare il binomio “ristorante d’albergo = bassa qualità”, diventando un punto di riferimento per tutti coloro che soggiornano/vivono sull’isola. Persino il retro dell’albergo è stato ristrutturato, adesso è una delle stradine più piacevoli di Capraia Isola.
Ora come ora l’hotel è finito, ma in cantiere ci sono altri progetti: baldacchini da bordo piscina dove sdraiarsi ammirando il mare e il tramonto, una piscina infinity (l’unica dell’isola) e infine la svolta artistica. Quest’ultimo è il progetto che più mi ha colpito: ogni camera verrà personalizzata da un artista e al momento della mia visita era stata completata la prima stanza, per mano di Rossella Faleni.
Nawal è una donna forte, determinata, passionale che ama Capraia ma non ha nessuna intenzione di rinunciare a viaggiare. Quindi ogni inverno, durante la chiusura stagionale, si avventura nel mondo. Il suo sangue franco-italo-algerino non mente.
Ho visto le opere di Rossella Faleni, l’artista dell’isola. Con i suoi pesci, le sue onde e le sue pennellate, a volte impetuose, altre leggere, che spuntano nei negozi del porto, nell’agenzia Parco, nell’unico bar di Capraia Isola paese o chissà dove, ti senti coinvolto in un piccolo universo parallelo, fatto di disegni che si fondo nella realtà.
Ho conosciuto Merida, una capraiese dal sorriso contagioso e con gli occhi pieni di mare, il cui sogno nel cassetto è fare un viaggio a… Capraia. Questo amore profondo e viscerale traspare in ogni sua virgola e si fa roccia ad uno punto di sospensione. È come un cordone ombelicale che la tiene fermamente ancorata a questa isola vulcanica. Capraia ha talmente modellato la sua forma mentis che quando viaggia sceglie sempre di spostarsi in un’altra isola e quelle a cui si affeziona di più sono quelle che le ricordano la sua amata terra vulcanica.
Com’è strano il mondo, io e Merida siamo agli antipodi: quella distesa di acqua immensa che circonda Capraia mi trasmette isolamento, non credo che riuscirei a vivere su un’isola facendo i conti con tutte le difficoltà e le lentezze che essa impone. Merida forse vede in quel mare infinito un abbraccio avvolgente, rassicurante.
Secondo lei uno dei migliori periodi per visitare Capraia è l’inizio della primavera, quando la natura si risveglia regalando spettacoli visivi e olfattivi unici.
“Capraia prima di vederla ne senti il profumo”, perché i profumi persistenti delle piante, degli arbusti e degli alberi sono trasportati dal vento, accolgono i viaggiatori e i marinai, e poi continuano il viaggio nel Mar Tirreno. Ogni stagione ha la sua peculiare caratteristica e parlando con lei mi è quasi venuta voglia di visitarla in inverno, il suo periodo preferito, quando attorno al 25 dicembre rimango circa 80 persone sull’isola. In pratica possono festeggiare tutti assieme!
Te la immagini la tavolata di capraiesi? Io sì, ognuno prepara qualcosa, forse vanno portate anche le sedie, si mangia e si ride e poi per digerire si percorre senza fretta uno delle tante mulattiere che si snodano tra la macchia mediterranea. Questi sentieri sono il sistema linfatico di Capraia.
Ho parlato con Rossana, milanese, elegante e determinata ha mollato la metropoli per vivere sopra il porto di Capraia Isola assieme a suo marito Massimo. Lui ha mollato la carriera e insieme hanno iniziato una battaglia-avventura durata vent’anni e che per la precisione non è ancora terminata.
Poco dopo la chiusura del carcere hanno iniziato il lungo percorso per rilevare un’area dell’ex carcere, la stalla e i pollai, per aprire un bed&breakfast. Stiamo parlando di fine anni ’80, quindi al tempo era un’idea originale e una scelta da pionieri.
La burocrazia avrebbe fatto passar la voglia al 99,8% delle persone presenti sul pianeta terra ma Rossana e Massimo avevano un sogno e non aveva intenzione di farselo portare via.
Dopo quasi vent’anni sono riusciti a ottenere la prima vittoria, hanno inaugurato la loro casa-ristoro-bed & breakfast “Agriturismo Valle di Portovecchio” ristrutturando la stalla, da cui sono riusciti a ricavarci una stanza, una sola stanza. Sì, perché i permessi per riconvertire i cinque pollai in altre stanze non arrivano. In compenso, qualche anno fa l’amministrazione locale aveva in pancia due villaggi turistici da costruire nella stessa area. Che strano, vero? Ma anche qui la testardaggine di Massimo, Rossana e di altri capraiesi ha vinto e grazie a loro l’isola ha evitato uno scempio insostenibile.
Sia chiaro, sono la prima a dire che molte delle strutture della ex colonia dovrebbero essere riconvertite, ma visto il delicato equilibrio di quest’isola, dovrebbero essere autorizzati solo strutture ecologiche, piccole, che prediligano la qualità alla quantità. Non solo i più costosi boutique hotel, non solo agriturismi e b&b. Vanno benissimo anche strutture spartane ed economiche, magari per avvicinare quel turismo giovane che predilige una giornata di trekking e tuffi a non finire, piuttosto che distruggersi di discoteca e alcool. Sto divagando, lo so, ma Capraia è così: ti sentirai sempre un ospite gradito, ma non puoi fare a meno di prenderti a cuore il destino di questa isola selvaggia e autentica.
Dove ero rimasta? Ecco, Massimo e Rossana al momento possono ospitare solo due persone ma a pranzo e a cena possono accogliere fino a venti persone: menù a prezzo fisso, 35 euro, vino (buono) incluso. La cuoca è Rossana, che prepara pane, pasta e tutto il resto, prendendo ispirazione dai magnifici panorami che circondano la sua casa.
L’unica cosa da ricordare è che è necessario prenotare con almeno un giorno di anticipo e che l’agriturismo dista 1,8 chilometri dal porto. È possibile fare una bella passeggiata (un po’ impegnativa in salita quando fa caldo) oppure è necessario comunicare a Massimo e Rossana la propria targa, loro possono chiedere dei permessi temporanei per i propri ospiti.
Infine ho conosciuto Mariella, non è capraiese, ma nel colore dei suoi occhi riassume le sfumature di quest’isola. Assieme a lei ho passato delle belle ore, passeggiando, ascoltando incantata tutte le storie che aveva da raccontare sulla flora e sulla storia di Capraia, abitata fin dal tempo dei romani e invasa dai pirati saraceni e turchi. Lei è una guida ufficiale è una donna dolce e premurosa, quindi la scelta migliore per combinare conoscenza e anima.
Pur essendo toscana, non ero mai stata su quest’isola e come sempre, quando vengo colta in fallo, un po’ me ne vergogno.
Il mio primo approccio non è stato dei migliori, appena sbarcata mi hanno portato su una barca a vela, non avevo il costume, la crema e nemmeno il cappellino. Dopo dieci minuti mi sono sentita male e la situazione non è migliorata fino a quando non ho rimesso piede a terra. Se anche voi soffrite il mal di mare vi assicuro che Capraia saprà comunque conquistarvi con il suo carattere scolpito dal grecale!
E sia chiaro, su quest’isola non ho conosciuto solo donne, ma anche uomini! Però magari vi racconterò di loro un’altra volta, anche perché voglio darvi un po’ di dritte e suggerimenti pratici per organizzare una vacanza a Capraia!
Nel frattempo potete continuare il viaggio ascoltando Capital In The World in diretta dall’Arcipelago Toscano in collaborazione con Info Park Arcipelago Toscano e Lonely Planet. Ho avuto il piacere di conoscere personalmente Doris Zaccone e vi assicuro che dietro questa puntata dedicata a Capraia (29-06-2015) c’è uno staff curioso, competente e simpaticissimo.
2 Comments
Capraia è una Signora Isola. Bellissima, aspra e selvaggia. Complimenti per questo bellissimo reportage, che ha risvegliato bellissimi ricordi.
[…] definizione all’isola di Capraia, mi tornavano in mente le parole che Kinzica ha usato nel suo post, con cui credo abbia colto esattamente l’essenza di questo luogo. Capraia è un’isola aspra, […]