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Da blog di viaggio a blog di viaggi

Alessandro e Kinzica sono stati in cento giorni in viaggio, tra India e Kenya, mollando tutto per realizzare i loro sogni. Hanno condiviso la loro esperienza sul loro Travel blog, sia con chi desidera sognare ad occhi aperti, sia con chi almeno una volta nella vita si è detto “mollo tutto e vado via”, sperando così di incoraggiarli a perseguire i propri sogni. Tornati dal viaggio della loro vita hanno deciso di continuare a scrivere di itinerari e destinazioni, perché 100days è un progetto più esteso, è un modo di vivere i viaggi, sia quelli brevi che quelli lunghi. 100days è viaggiare intensamente e intimamente.

Ottobre 2011100days si svilupperà su un arco di quattro mesi, la partenza è fissata il 3 Novembre 2011 da Roma Fiumicino alle ore 18, mentre il ritorno è stato deciso per il 12 Febbraio 2012, sempre allo stesso aeroporto di Roma. Questo viaggio che durerà ovviamente cento giorni, prevede due mete principali: India e Kenya, due luoghi diversi, così come lo siamo noi. Coltiviamo da molti anni il forte desiderio di visitare questi due luoghi. Vivere l’india è per me, Kinzica, uno dei più grandi desideri da quando avevo 12 anni. L’Africa è per Alessandro invece il punto di arrivo di un progetto che cova da tempo. Il viaggio avrà inizio dalla capitale indiana New Delhi, molto probabilmente si svilupperà prima attraverso la magica regione del Rajasthan e altre singole mete del nord, dopo continuerà scivolando nel lussureggiante e poco turistico Sud, nella Regione del Kerala, per poi risalire nella spensierata Goa. Lasceremo l’India il 2 Gennaio per raggiungere il selvaggio Kenya, atterrando a Nairobi, ma spostandoci sulla costa, tra Watamu e Malindi. Qui resteremo per quasi un mese e mezzo, fino alla partenza per rientrare in Italia il 12 Febbraio 2012, da Mombasa. Non abbiamo voluto prenotare né costringere la nostra voglia di esplorare in un rigido itinerario da rispettare scrupolosamente.

Il progetto originario prevedeva esplorare un terzo stato della regiona asiatica. A tal scopo avevamo richiesto all’ambasciata indiana un visto multiplo in modo da poter uscire e rientrare senza problemi. Purtroppo anche nel caso in cui si debba solo fare scalo in India da un altro paese per raggiungerne un terzo serve un visto di transito. Quindi con un visto singolo della durata massima di tre mesi, come il nostro, non è possibile uscire e rientrare anche solo per fare tappa all’aeroporto (da cui siamo obbligati a passare visto che abbiamo già prenotato il volo). Ci è stato detto che in caso volessimo comunque visitare un altro stato dovremmo andare a una stazione di polizia per richiedere, in loco, un visto di entrata-uscita. È necessario presentare i documenti, il visto di cui siamo in possesso, spiegare il proprio itinerario, sperare nella concessione di questo permesso e, sopratutto, pagare il nuovo visto.

Non sappiamo ancora cosa faremo di preciso, ma non abbiamo abbandonato l’idea di provare a visitare un terzo paese orientale. Ci piace l’idea di essere liberi di spostarci e di andare dove ci suggerisce l’ispirazione secondo lo svolgersi di questa avventura. Saranno i luoghi e le persone che incontreremo e che conosceremo durante il viaggio a rivelarci la nostra tappa successiva. Questo modo di procedere ovviamente ci creerà qualche disagio, ne siamo e dobbiamo esserne consapevoli, ma l’emozione di non sapere cosa ci riserva questo tragitto ci dona tantissima carica ed ispirazione. Abbiamo definito pochissimi pilastri portanti ed il resto ci verrà svelato in corso d’opera!