Il 13 ottobre 2013 si è svolta la Giornata Bandiere Arancioni del Touring Club Italiano ed hanno partecipato all’evento oltre 100 borghi d’Italia. Noi abbiamo avuto il piacere di scoprire il piccolo centro di Sarteano, un comune al confine tra la Val d’Orcia e la Val di Chiana, facilmente raggiungibile tramite l’autostrada del Sole (uscita di Chiusi/Chianciano Terme) e la ferrovia (Stazione di Chiusi/Chianciano Terme).
L’itinerario (MAPPA) alla scoperta del borgo è iniziato davanti all’ufficio turistico di Sarteano e si è concluso in Piazza XXIV Giugno, dov’è stato possibile, durante tutta la giornata, acquistare e degustare i prodotti tipici, ovviamente a chilometro zero.
Il primo luogo che abbiamo scoperto è l’ex ospedale di Sarteano, al numero 61 di corso Garibaldi. Il portale d’ingresso del palazzo della misericordia merita una sosta, perché lo stemma raffigura un papero che si poggia su una gamba sola: il palazzo apparteneva al vescovo Paparonus de Paparonis. Sembra che proprio questo stemma, e il nome del vescovo, abbiano ispirato il traduttore della Walt Disney, dando vita al celeberrimo personaggio di Paperon dei Paperoni.
Proseguendo sul corso siamo arrivati alla Collegiata di San Lorenzo. La facciata di questa chiesa è rinascimentale, abbastanza disadorna e spoglia. L’importanza di questo luogo di culto cristiano lo si deve al fatto che si è sviluppato su un precedente luogo di culto romano. Qui infatti sorgeva un grosso tempio di cui state recuperate solo alcune basi delle colonne, custodite nel chiostro di Palazzo Cennini (privato).
Prima di salire al Castello ci siamo fermati ad ammirare una delle porte più curiose di Sarteano. La posizione di questo borgo, quasi al centro dell’Italia, è sempre stata considerata strategica e quindi contesa, in particolare tra Orvieto e Siena. I conflitti tra queste due importanti centri ebbero sempre esiti alterni, ma verso la fine del XIII i territori di Sarteano furono elencati al catasto di Orvieto come: «dominii con obblighi speciali». La Porta Monalda sembra voler ricordare ai Sarteanesi la conquista di questi territori da parte dei Monaldeschi, famiglia orvietana, il cui stemma svetta sulla porta con incisione della data 1313. La lunga strada selciata da Porta Monalda, attraversando la valle del Paglia, raggiungeva Orvieto, ma la sua posizione è assolutamente irragionevole, si pensa quindi che l’orientamento di questa porta, posta in direzione di Siena, non sia assolutamente casuale, ma pensata per rimarcare la vittoria di Orvieto.
Una delle cose che ci è rimasta impressa è il senso di pace che si respira camminando nelle stradine strette e tortuose. Il borgo è ricco di scorci incantevoli e di vicoli caratteristici. Pur essendo una zona molto più vissuta d’estate (molti sarteanesi sono a Roma da generazioni e tornano qui in vacanza, nelle case di famiglia), questo paese d’inverno non si svuota e l’amore degli abitanti di Sarteano per il proprio borgo è evidente nella cura delle sue case e delle sue stradine.
Dalla Porta Monalda in pochi minuti si raggiunge il parco di lecci secolari che circonda il Castello, che rende ancora più suggestiva questa parte di paese. Il nucleo storico di Sarteano sorse proprio intorno a questa fortezza, all’interno della cerchia muraria che fu abbattuta a metà dell’800 (di cui si conservano solo le porte). Il Castello di Sarteano, diventato proprietà pubblica da poche decine di anni, è uno dei primi esempi costruttivi che mostrarono il passaggio allo stile rinascimentale fiorentino, che univa alle esigenze di fortificazione uno spiccato gusto estetico. Il castello è sempre stato ad esclusivo uso militare ed era pressoché inespugnabile, grazie alla quasi totale assenza di finestre, allo spessore delle mura alla base (circa sette metri) e alla presenza di antico fossato che veniva riempito di materiali incendiabili in caso di assedio. Di giorno il castello è visitabile e d’estate viene aperto anche la sera, per assistere a spettacoli teatrali e partecipare a delle serate organizzate da un gruppo di astronomi locali.
Scendendo ci siamo soffermati davanti a uno dei palazzi più prestigiosi di Sarteano: Palazzo Fanelli. Proprio questa famiglia era proprietaria del castello e i pregi più significativi di questa residenza sono la piccola cappella privata e i soffitti riccamente affrescati. L’itinerario non prevedeva la visita dell’ex Convento di Santa Chiara, un tempo appartenente alle suore Clarisse, la cui costruzione iniziò nel 1498. Dal 1960 è proprietà privata e ad oggi accoglie una locanda con ristorante, ma il fascino di questo luogo, a detta di tutti i sarteanesi, è rimasto intatto. La prossima volta non ce lo faremo sfuggire!
La nostra giornata Bandiere Arancioni è proseguita con la Porta Umbra, la Chiesa di San Martino (che custodisce l’Annunciazione di Beccafumi, una delle ultime opere dell’artista senese – 1546) e con la visita al Museo Archeologico.
Tutte le tracce dell’intenso passato di Sarteano, dalle tre civiltà dell’età del bronzo, agli etruschi e ai romani, sono esposte proprio in questo museo. Questo comune vanta due importanti necropoli, quella della Palazzina (lungo uno dei tracciati che portavano a Chiusi) e la necropoli delle Pianacce, affacciata sulla Val di Chiana. Quest’ultima ha riservato molte scoperte straordinarie, come la tomba della Quadriga infernale, con pitture della seconda metà del IV secolo a.C. Queste pitture, dal colori vivaci, sono eccezionali per vari aspetti, ma basta entrare nella tomba (che è visitabile il sabato, su appuntamento) per essere trasportati indietro nel tempo, con un coinvolgimento emotivo, quasi inaspettato. Il Museo accoglie una riproduzione fedele della Quadriga Infernale, ma non accontentatevi di questa versione. Quella originale vi rimarrà impressa sotto pelle!
Prima di arrivare in Piazza XXIV Giugno siamo passati davanti all’Ottocentesca farmacia Bologni. All’interno sono esposte vecchie fotografie che testimoniano il ruolo fondamentale svolto dalla farmacia di un piccolo borgo come Sarteano: i borghesi e gli intellettuali si riunivano qui per discutere di politica, giocare a carte e leggere il giornale. Da semplice spezieria questo fondo si trasformava in una sorta di salotto letterario.
Il nostro itinerario della Giornata Bandiere Arancioni è terminato nel piccolo e splendido Teatro Comunale degli Arrischianti. Questo è davvero un gioiello per Sarteano, perché rappresenta uno dei più significativi esempi di piccoli teatri toscani settecenteschi, legato all’attività di accademie locali. Venne costruito nel 1680, ma l’aspetto attuale è frutto ristrutturazioni successive, con aggiunta di particolari ottocenteschi. Proprio sopra il palco potete vedere lo stemma il motto di questa compagnia teatrale: “Per più ricca tornar sfida i perigli“. Gli Arrischianti sono tutt’ora attivi e testimoniano la ricca vivacità culturale di questo borgo, che risplende di luce propria anche grazie a una lungimirante politica comunale.
Per concludere degnamente la stupenda Giornata Bandiere Arancioni non poteva mancare una degustazione di prodotti del territorio: in Piazza XXIV Giugno è stato possibile assaggiare e acquistare formaggi, olio, conserve e molto altro. Io non ho saputo trattenermi: sono tornata a casa con tre zucche, cui cui Alessandro ha già fatto un risotto e dei tortini spaziali, e sei barattoli di creme e conserve di verdura, artigianali e naturali. Ovviamente prima di andare via non ci siamo dimenticati di dare un ultimo contributo: abbiamo disegnato la nostra mano (in modo penoso, fidatevi) nella speranza che il comune ne raccogliesse un numero sufficiente per vincere una biblioteca Touring!
Vi abbiamo fatto venire un po’ di voglia di scoprire Sarteano? Speriamo di sì, perché ne scriveremo ancora e speriamo di tornarci il prima possibile :) Se volete ripercorrere questo stesso itinerario potete utilizzare la MAPPA che abbiamo preparato per voi.
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